Tommy Alverson picture

Per la serie MY HEROES HAVE ALWAYS BEEN COWBOYS ecco un altro nome da segnalarvi per iniziare le ricerche dei suoi albums: Tommy Alverson.
Di se stesso Tommy scrive: “Non sono nato in Texas, ma ci sono andato appena ho potuto!”. Nativo di Russleville, Alabama, Tommy Alverson arriva in Texas ad appena tre mesi di vita al seguito dei genitori che si stabiliscono ad Itasca, fra Fort Worth e Waco.

Verso gli otto-nove anni il piccolo Tommy riceve la prima chitarra dal padre e comincia a lavorare con lena per imitare i suoi idoli dell’epoca: Jerry Lee Lewis, Everly Brothers e Carl Perkins. Nel 1966 si rende necessaria una chitarra nuova, come quella che suonava George Harrison (Beatlemania) ed è così che il padre mecenate lo finanzia – leggi: gli regala – una Gretsch Chet Atkins Tennessean acquistata al negozio Dicksons a Cleburne, Texas, dove era commesso tale Al Stricklin, pianista nientemeno che del grande Bob Wills.
Dopo aver partecipato a molti contest di voci nuove – locali e non – ed averne vinti diversi Tommy, che nel frattempo ha in tasca il diploma conseguito al Hill Jr. College, si sposa e nel 1971 nasce il primo pargolo, Justin, attualmente giovane virgulto della scena cantautorale texana.
Lavorare di giorno per mantenere la famiglia (Tommy ha sempre affermato che il lavoro e la musica vengono in subordine rispetto a moglie e figli) e continuare a suonare la sera non è certo la ricetta migliore per chi ha problemi di stress, ma i primi anni ’70 sono ricchi di spunti per la musica texana: Willie Nelson, Waylon Jennings, Billy Joe Shaver, Jerry Jeff Walker, B.W.Stevenson, Steven Fromholz, Rusty Weir, Ray Wylie Hubbard e la Lost Gonzo Band aprono nuovi orizzonti musicali con il cosiddetto ‘Redneck Rock’ (quello stesso filone che sta godendo di rinnovato interesse oggi grazie a quegli stessi Jerry Jeff Walker e Lost Gonzo Band affiancati dai vari Chris Wall, Gary P.Nunn, Larry Joe Taylor, Pat Hennen, Harold Dean, Clay Blaker, Michael Ballew, Billy Don Burns, Allen Damron, Dave Hooper, Will LeBlanc, George Arlis Highfill, Mark Middler, Walt Lewis, David Jackson, Thomas Michael Riley, Doug Supernaw, Dale Watson, Andy Wilkinson, Bob Woodruff ed altri) ed è così che la sua attuale backup band, Boot Hill, nasce nella sua prima formazione verso il 1976.

Insieme al partner Charlie Throckmorton, Tommy inizia a scrivere country songs e le prime due si intitolano Willie – è necessario precisarne il cognome? – e Two More Like You che ricevono un certo airplay non appena vengono messe su vinile.
La perdita del padre prima ed il divorzio poi sono colpi duri per Tommy, ma non lo fanno desistere dal proseguire nella carriera di singer-songwriter. Proseguendo nel filone del country tradizionale di Willie, Merle Haggard, Ray Price e Johhny Bush, Tommy arriva ad incidere la sua prima cassetta autoprodotta From The Heart Of Hill Country (1986), che riceve consensi anche importanti (Robert K. Orhman).
Qui ritroviamo Two More Like You insieme ad altri nove brani firmati da solo ed in coppia con il succitato Charlie Throckmorton. Si tratta di honky-tonk music estremamente gradevole, sulla falsariga del movimento di country texano da noi prediletto con l’aggiunta di una vena di dolcezza che certo non guasta.
Tommy conosce poi Janie, la sua attuale compagna, con lo stesso background famigliare ed i due nuclei si fondono. Tommy acquisisce così una rinnovata fiducia in se stesso, nella sua musica e nelle sue capacità  artistiche. Incoraggiato in questo senso anche dai nuovi amici, che rispondono ai nomi di Gary P. Nunn, Larry Joe Taylor più un paio di importanti D.J.’s della zona, Tommy decide di completare un album già iniziato, ma lasciato in sospeso.
Gary P. registra I Can’t Help Myself Darlin e lo vuole con sé come chitarra solista in molte serate. Vede così la luce Always In My Heart, un’altra cassetta, ma stavolta realizzata per una vera etichetta: la Guacamole Records degli stessi Nunn e Taylor.

L’album è decisamente più interessante del precedente: oltre alla autobiografica Two Of A  Kind, scritta con l’ormai inseparabile Janie, troviamo la commovente ballata Pickin’ And Grinnin’ dedicata ai momenti della sua infanzia trascorsi con il padre che gli insegnava pazientemente i primi rudimenti chitarristici, Back Before The War del prolifico Larry Joe Taylor (a proposito, è uscito il suo Coastal & Western per la Campfire Records: un must per chi è interessato ai cantautori texani e non disdegna le prime belle cose di Jimmy Buffett), Second Hand Love davvero vicina a certi episodi di ispirazione Crowelliana (leggi Shame On The Moon), My Old Hat dedicata ai pregi del vecchio, fido copricapo a suo tempo autografato da Willie Nelson in persona.
Altro ancora contiene questo validissimo album, ma la punta di diamante è indiscutibilmente rappresentata dalla grande Purty Boys (la pronuncia del titolo è uguale a quella di Pretty Boys di cui è storpiatura voluta) della quale vale la pena riportare per intero la traduzione del testo:

“Ogni volta che accendo la TV
ci sono dei bei ragazzi sorridenti,
visi lisci come il sederino di un bimbo,
senza neppure una ruga.
Il resto di noi non ha nessuna possibilità,
non importa quanto siamo bravi a farli ballare:
al giorno d’oggi devi essere un sex-symbol per
essere qualcuno.

C’è TRAVIS e c’è TRITT e se questo non basta
c’è GARTH e CLINT e CHESTNUT e VAN SHELTON.
Facendo io parte dei non-troppo-carini, credo
comunque che meritiamo un pó di ‘par condicio’:
uno special su LARRY JOE TAYLOR e me sarebbe
davvero il benvenuto.”

Ritornello:
“E’ possibile che non siamo carini,
ma abbiamo un cuore ed un’anima.
Le rughe sui nostri visi portano
scritte le nostre storie.
Sta diventando difficile per noi che
non siamo ragazzi di bell’aspetto.
Da dove verranno tutti quei bei tipi?

Quando GEORGE STRAIT ha portato i suoi Wranglers
in lavanderia, non aveva idea del putiferio che
avrebbe scatenato con tutte quelle ragazze che ha
poi lasciato a bocca asciutta.
Adesso tutti i cantanti vogliono assomigliare a lui.
Almeno una volta, quando accendo TNN, vorrei vedere
vecchi TOMMY ALVERSON.

Ci sono GUY CLARK e RUSTY WEIR e se sei fortunato
è possibile che tu li veda una volta all’anno
deve trattarsi di una specie di divieto relativo
ai visi inespressivi. Gli esattori inseguono WILLIE
dappertutto e non capiscono che non riusciranno ad
avere la meglio su di lui. Credo che tutti i nostri
amici siano nel posto sbagliato.

Ci sono JOE DIFFIE, DOUG STONE e VINCE GILL, RODNEY
CROWELL lancia occhiate assassine, ma a Dallas c’è
un’unica attrazione principale. Tutti in Texas sanno
chi ha scritto Redneck Mother: un certo RAY WYLIE
HUBBARD. Eppoi, chi ha mai sentito parlare del lago
ALAN JACKSON?”

Nel brano è possibile ascoltare Gary P. Nunn voce solista ed addirittura in compagnia di Ray Wylie Hubbard e Larry Joe Taylor nel ritornello. Il pezzo ha riscosso entusiastici consensi, tanto da diventare sigla del celeberrimo spettacolo televisivo Austin City Limits, aumentando così l’esposizione del nostro compositore. Per buona misura aggiungeremo che sia Purty Boys che  Pickin’ And Grinnin’ compaiono nel CD  Totally Guacamole di Gary P. Nunn.
Laddove Tommy Alverson assorge allo status di cult musician in un’orbita rigorosamente locale, è altrettanto vero che la sua popolarità fatica a varcare i confini del Lone Star State, se non per un manipolo di sostenitori affezionati sparpagliati per il mondo, vecchio continente compreso.

Anno 1993 ed è la volta del primo CD della discografia del nostro. Registrato dal vivo all’Ozona Westex Grill di Dallas, The Hot Of Texas è uno di quegli album che continueranno a visitare il nostro lettore di CD per molti anni a venire, in quanto ricrea perfettamente l’atmosfera che si respira durante le esibizioni di Tommy Alverson e della sua band Boot Hill, formata da Chris Schlotzhauer (voce, chitarra e steel), Gary Miles (voce e basso) e Mark Hays (batteria).
Atmosfera prettamente Texas honky-tonk per l’apertura di Texas Woman, tratta dal primo album, come peraltro lo è What’s The Matter With My Baby. Dal secondo progetto su cassetta viene tratta Purty Boys che riceve le meritate ovazioni dal pubblico presente; ma Tommy non si ferma all’autocelebrazione e propone una serie di grandi covers, a cominciare da Angels Flyin’ Too Close To The Ground di Willie, Cheeseburger in Paradise di Jimmy Buffett, Someday  di Steve Earle e Rita Ballou a firma Guy Clark.
Ancora interessanti Follow Your Heart, After Love, Not Tonight, I’ve Got A Heartache e la trascinante I Wouldn’t Trade Texas For The World, tutte firmate a due o a quattro mani dallo stesso Alverson.
Grazie al formato CD, l’album arriva ad un maggior numero di orecchie volenterose; appare sulle liste di alcuni rivenditori specializzati Inglesi e fa capolino anche sul catalogo della blasonata, benemerita e germanica Bear Family Records che contribuisce non poco a dare maggiore credibilità al nome di questo piccolo gioiello texano.
Luglio 1995 e le cose sembrano andare di bene in meglio per Tommy Alverson: le prime due cassette vengono riproposte in veste rimasterizzata in formato CD con il titolo di Texasongs. Si tratta di diciotto dei ventuno brani originali e il re-mix regala ai brani prescelti uno smalto tale da farli apparire estremamente attuali e sicuramente vincenti. Mancano solo Free, Nashville Mountains e Trouble dal primo album, ma resta comunque la cassetta per chi volesse – giustamente – colmare questa piccola lacuna.

Tommy Alverson è un personaggio vero, sincero, tenace, coerente e bravo ad esternare i suoi sentimenti con la sua musica, una musica che è oramai diventata anche nostra per un processo di simbiosi naturale che accomuna – aldilà delle barriere linguistiche e geografiche – le persone che hanno omogeneità di vedute circa i valori che davvero contano in questa nostra vita sempre più caotica e che sempre meno tempo ci lascia per fermarci a considerare quanto valga il sorriso dolce della nostra donna e di nostro figlio.
Tommy Alverson è uno di noi, impariamo a conoscerlo e ad apprezzarlo. Può sembrare il solito luogo comune, ma c’è davvero molto per cui essergli grati nell’ascoltare le sue songs.

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 31, 1996

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