Tony Furtado - Roll My Blues Away cover album

Questa proprio non ce la aspettavamo, è sempre stato un banjo-player, uno dei più promettenti, uno dei pochi ad esserlo e non solo a farlo, grazie alla superiore capacità di superare il bluegrass e adattare lo strumento ad altri stili musicali, se non a sintetizzarne uno proprio, cosa riuscita in certi momenti. E lui ti spiazza con questo disco in cui c’è ancora il suo splendido banjo, mai bluegrass, ma soprattutto ci sono gli strumenti slide, quelli suonati con la barra di metallo, e gli strumenti a risuonatore. Per cui suoni di dobro banjo, di chitarra slide, di National resophonic banjo, tutti suonati con solida maestria dal nostro, strumenti magari poco usati, ma che riescono magicamente a creare il suono del blues, quello acustico dei grandi d’inizio secolo. E si corre il rischio di pensare che il disco sia fatto di questo, di scimmiottamento del finger-picking dei maestri di colore, tanta è la sorpresa di fronte al nuovo lavoro di Furtado, come se di primo acchito si riuscisse a ritenere solo questo.

Invece i brani di tale tipo sono proprio pochi, e pur non essendo in questa progressione, sono il punto di partenza della storia, l’inizio dell’evoluzione della proposta di un musicista che senza darlo a vedere, mischiando l’ordine dei pezzi, ci mostra come si possano usare suoni e tecniche antiche (e impareggiabili in quanto a emozione ), per costruire un proprio stile, riconoscibile, moderno, bello in quanto evocativo ma originale. Forse il tragitto logico dovrebbe partire da Mudville, solo slide guitar come nel delta, e passando per Boat’s Up The River e The Ghost Of Blind Willie Johnson arrivare alla dispari Waterslide che apre il disco, forse uno dei più riusciti manifesti della musica di Tony. Il supporto è dato da alcuni soliti noti come Mike Marshall (al solito anche produttore), Todd Phillips, Stuart Duncan, Kelly Joe Phelps, e il risultato è di alto livello, con un suono complessivo ancora più maturo rispetto anche all’ultimo lavoro. Non è tutto immediato come il primo brano, forse proprio perché il percorso non è lineare, ma alla fine vi accorgerete che la musica rimane.

Rounder CD 0343 (Bluegrass Progressivo, 1997)

Nirvano Barbon, fonte Country Store n. 36, 1997

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