L'Universo Country. Da 'USA Musica, Guida ai luoghi e ai suoni d'America'

Sgombriamo subito il campo da quella serie di luoghi comuni che farebbero di Nashville una tranquilla e pittoresca città popolata da gente che indossa cappelli da cowboy, jeans e grosse fibbie luccicanti, dove si possono incontrare ad ogni angolo di strada, chitarra a tracolla come nelle immagini pubblicitarie, giovani in cerca di fortuna che sognano di diventare la prossima country star. E ancora non si creda che, una volta là, sia facile e normale assistere alle esibizioni dei più famosi artisti country alla Grand Ole Opry o nei numerosi locali notturni. O magari qualcun altro immagina che Nashville sia una piccola tranquilla città, abitata da gente dai modi semplici, lontana dai ritmi moderni e frenetici che caratterizzano le altre grandi metropoli americane. Niente di tutto ciò.
Nashville è assai distante da questi stereotipi sollecitati dai mezzi di comunicazione o dalla nostra fantasia. E non è nemmeno quello strano contenitore di follie e ingenuità che Altman ha genialmente costruito nel suo film per darci un’impietosa caricatura della classe media americana e della sua cultura. Nashville è una città moderna, sofisticata, di più di un milione di abitanti, ricca di fermenti culturali, che ha nell’editoria religiosa, nelle banche e nelle assicurazioni le sue principali risorse.

Il turismo però, grazie alla Grand Ole Opry, alla Country Music Hall of Fame, a Opryland, all’annuale Country Fan Fair e a numerose altre attrazioni legate alla country music, sta diventando oggi probabilmente la maggior fonte di entrate della città. Nashville è l’unica grande città al mondo ad essere nota per la musica più che per le sue attività commerciali o la sua storia. La riconosciuta capitale del country è situata nel Tennessee centrale 200 miglia a est di Memphis, 500 a nord di New Orleans, 650 a ovest di Washington, e ogni anno accoglie milioni di visitatori e appassionati che vi si recano in ‘pellegrinaggio’.
Già, la musica country quando entra nel cuore diventa una ‘fede’ e Nashville ne rappresenta la Mecca per i fan di tutto il mondo. Originariamente fondata da un gruppo di pionieri della Carolina del Nord nel 1780 col nome di Fort Nashborough, in onore del generale Francis Nash distintosi nella guerra di indipendenza, Nashville fu definitivamente chiamata così nel 1784 e divenne la capitale del Tennessee nel 1843.

Evitata la distruzione durante la guerra civile, essa crebbe rapidamente quale importante centro commerciale, confermandosi il maggior porto sul fiume Cumberland. Alla fine dell’800 numerose scuole, college e università vi furono fondate, come la famosa Vanderbilt University.
Questo fiorire di interessi per gli studi e la cultura fece guadagnare a Nashville lo storico appellativo di ‘Atene del Sud’; contemporaneamente la città divenne anche centro amministrativo e propulsore di diverse sette e confessioni protestanti; e di qui il soprannome di ‘Vaticano Protestante’ o ‘Buckle of the Bible Belt’.
Nel ventesimo secolo, poi, la sua economia si indirizzò soprattutto verso il settore delle assicurazioni, banche e brokerage con un successo che le valse l’ennesimo appellativo: ‘Wall Street del Sud’. La storia dei soprannomi dati alla città non finisce qui: l’ultimo in ordine di tempo, certamente il più conosciuto, è ‘Music City USA’, a causa della fiorente industria discografico-musicale, legata principalmente alla country music, che Nashville ha sviluppato dal dopoguerra ad oggi.

Fu grazie ad un programma radiofonico che la WSM trasmette ininterrottamente da 67 anni che questa città divenne centro di attrazione per molti musicisti e cantanti, e di conseguenza per tutte le attività commerciali loro connesse. Il radio-show iniziò il 28 Novembre del 1925, col nome di WSM Barn Dance, ospitando Uncle Jommy Thompson (violinista ottantenne dalla lunga barba bianca, rimasto famoso proprio per questo debutto): fu subito un successo e ogni sabato sera le trasmissioni si susseguirono con artisti sempre nuovi e grande consenso di pubblico. Due anni più tardi George D. Hay, suo manager e announcer, lo ribattezzò col nome che ancora oggi porta: Grand Ole Opry.
Nel 1943, a causa del pubblico sempre più numeroso che chiedeva di assistere al programma, l’Opry si trasferì dal piccolo Hillsboro Theatre al Ryman Auditorium, una ex chiesa trasformata in teatro da 3.000 posti, fatto costruire nel 1891, in segno di conversione e pentimento, dal capitano Thomas G. Ryman, proprietario di una bisca galleggiante sul fiume Cumberland. Al tempo ogni musicista avrebbe dato chissà cosa per avere l’opportunità di partecipare all’Opry, e tutte le case discografiche alla ricerca di nuovi talenti la seguivano con interesse; famosi interpreti come Roy Acuff, Hank Williams e Ernest Tubb costruirono la loro carriera proprio dal palcoscenico del Ryman.

Così Nashville ogni fine settimana richiamava nei suoi hotel numerosi artisti e discografici, mentre i bar e i club della Printers Alley (una via poco distante) proponevano ogni sera musica dal vivo con le migliori country bands. Alla metà degli anni ’50 la vita musicale della città era dunque in pieno fermento e di li a poco tutte le maggiori case discografiche, insieme a molte case editrici, vi dislocarono studi e uffici. Nel 1958 nacque la Country Music Association, nel 1964 la Country Music Hall of Fame e la relativa Foundation. Nonostante la comunità musicale cittadina, composta da discografici, musicisti e businessmen, continuasse a crescere, alla fine degli anni ’50 l’avvento e l’affermazione del rock & roll determinarono il lento declino dell’Opry che non riuscirà più a mantenere quell’impatto sul pubblico che aveva avuto in passato. Conseguentemente, Nashville soffrí il progressivo degrado della sua downtown, da cui finì per allontanarsi anche quell’ambiente musicale che per anni l’aveva caratterizzata.
Lo stesso Ryman Auditorium cessò di essere il centro delle attività per la musica country sia in città che in tutta la nazione.

Nel 1974 l’Opry ha trovato una nuova dimora nel moderno teatro da 4.500 posti costruito all’interno di Opryland, pur mantenendo inalterate le proprie caratteristiche: una serie di spettacoli di 30 minuti ciascuno, intervallati dalla pubblicità letta di fronte al pubblico e presentati a turno da famose star quali Roy Acuff, Hank Snow, Porter Wagoner, Bill Monroe, Jack Greene. Le decine di membri regolari dell’Opry che si esibiscono ogni settimana, anche se vi sono diverse eccezioni costituite da nuovi cantanti di successo che vengono aggregati periodicamente, fanno ormai parte del passato che sopravvive trovando ragion d’essere nella tradizione e nella fedeltà dei fan.
L’indubbio talento di molti artisti si mescola spesso a stanche e ripetitive performance di altri, appesantiti dagli anni e dalla routine. Tuttavia, per chi conosce ed ama la musica country l’emozione dell’Opry è garantita.
Attualmente, Nashville è anche sede di diversi studi di registrazione, dislocati soprattutto al Music Row (il quartiere dell’industria discografica) e molti sono gli artisti che si recano in città per incidere o per riposarsi da faticose tournee.

DA VEDERE
Se intendete visitare la città soprattutto per la musica, il momento migliore è quello che precede o segue l’estate, poiché in luglio e agosto molti musicisti sono impegnati in esibizioni nel resto degli States; inoltre il clima estivo non è dei migliori a causa del caldo opprimente e della relativa umidità.
Nella prima metà di giugno, la Country Fan Fair richiama decine di migliaia di visitatori. Vi prendono parte i maggiori artisti country, ognuno con un proprio stand, disponibili a firmare autografi e a farsi fotografare. Naturalmente si tratta di giorni zeppi di concerti, che si tengono presso l’autodromo di Nashville.
In città i luoghi d’interesse sono molti, per cui è bene dotarsi di una carta della zona urbana e di un mezzo di locomozione autonomo; nel caso questo non fosse possibile, rivolgersi alle compagnie turistiche specializzate che approntano viaggi guidati in città per pochi dollari (Country & Western Gray Line Tours, 2416 Music Valley Drive, tel. 883.5555).
Per qualsiasi tipo di informazione dettagliata rivolgetevi al Tourist Information Center (300 Main Street, tel. 242.5606) o alla Nashville Area Chamber Of Commerce (161 4th Avenue, tel. 259.4755) ricordando di chiedere la Visitor’s List o comunque di acquistare il mensile Nashville!, l’unico vero ‘what’s on’ sulle attività cittadine.

Assolutamente da vedere è la Grand Ole Opry, oggi più che altro attrazione turistica, ma che comunque finisce sempre per regalare emozioni sicure ai fan del genere. Infatti leggende viventi come Roy Acuff o Bill Monroe vi appaiono regolarmente e non è infrequente che artisti come Loretta Lynn o Barbara Mandrell vi facciano visita durante la loro permanenza in città.
Il nuovo country è rappresentato da artisti quali Clint Black, The Whites, Alan Jackson, Holly Dunn o Ricky Skaggs, però non è certo facile vederli tutti all’opera, visti i numerosi impegni che li portano spesso lontano dalla città. La Grand Ole Opry offre 4 ore ininterrotte di spettacolo che si tengono ogni venerdì e sabato nel grande auditorio che sorge all’interno di Opryland: la richiesta di biglietti per l’Opry è sempre altissima, per cui sarebbe opportuno avere già prenotato i posti per lo spettacolo con il dovuto anticipo (Grand Ole Opry, 2800 Opryland Drive, tel. 889.3060. Entrata $14 parterre, $11.85 balconate; matinee $11.85 e $9.70).

Una volta all’Opry si può pianificare anche una visita a Opryland, un enorme parco di divertimenti da 120 acri che, con i suoi dodici teatri, riesce a proporre esibizioni in contemporanea dei più disparati generi musicali: dal rock al bluegrass, dal Broadway musical al gospel, fino al country, permettendo così ai visitatori di godersi un viaggio all’interno della musica americana semplicemente passando da una struttura all’altra. Non mancano poi, come in tutti i parchi di divertimento, un altissimo rollercoaster e altre pittoresche attrazioni, il tutto circondato da affollati ristoranti, fast food e negozi che vendono ogni tipo di souvenir. A Opryland inoltre hanno sede, e si possono visitare, gli studi del Nashville Network (TNN), la stazione televisiva che dal 1983 trasmette musica country full-time in tutti gli Stati Uniti. Da vedere anche il museo degli strumenti musicali di Roy Acuff che conta pezzi di grande pregio ed interesse.
Si tenga presente che una visita ad Opryland può richiedere anche una intera giornata (Opryland Theme Park, Exit 11, Briley Parkway. Aperto tutti i giorni in giugno, luglio e agosto, solo nei week-end negli altri mesi, chiuso in inverno. Entrata $21.50).

La Country Music Hall Of Fame And Museum (4 Music Square East, tel. 255.5333. Entrata $6.50) è il museo dove tutti gli aspetti della musica country sono documentati con molta cura: vi si trovano cimeli, fotografie, strumenti e curiosità (compresa la mitica Cadillac d’oro di Elvis Presley) appartenuti ai grandi. Inoltre in alcune sale vengono proiettati a ripetizione sia documentari sulla storia della country music che monografie su personaggi come Jimmie Rodgers e Bob Wills.
Nella Hall of Fame vera e propria potrete osservare le famose targhe celebrative di coloro che, per meriti perlopiù artistici, ne sono stati eletti membri.
All’interno del museo c’è un fornitissimo spaccio dove è possibile acquistare di tutto. Se siete entrati alla Hall of Fame non dimenticate di acquistare il biglietto per lo Studio B, studio di registrazione dove incise anche Elvis. Qui i visitatori non solo possono vedere come funziona una sala di incisione, ma, volendo, si trasformano in tecnici operando sulle apparecchiature.
La Hall of Fame sorge in quel piccolo quartiere di Nashville tra Division Street e la Grand Avenue, denominato Music Row, dove ancora oggi si muove il business musicale cittadino. Qui tutte le grandi case discografiche hanno le loro filiali situate, o per meglio dire semi-nascoste, in graziose villette che non hanno certo l’aria di importanti uffici. Facendo una passeggiata nella zona, potreste anche vedere entrare o uscire da questi edifici qualche celebrità.

Quasi di fronte alla Hall of Fame si trova il Country Music Wax Museum (118 16th Avenue South, tel. 256.2490; entrata $4) che raccoglie più di 60 statue in cera a grandezza naturale raffiguranti noti artisti country nei loro costumi originali e che ospita al primo piano la collezione privata di Waylon Jennings (entrata $2.50). Sempre nelle vicinanze anche una serie di piccoli musei e negozi per turisti: il Barbara Mandrell Country, l’Hank Williams Jr. Museum, il Conway Twitty Byrd Record Shop, il Nashville Cowboy e altri.

Un’altra tappa d’obbligo è il Ryman Auditorium (116 Fifth Avenue North, tel. 254.1445; entrata $2), lo storico edificio dove il Grand Ole Opry ha vissuto i suoi momenti migliori dal 1943 al 1974. Oggi, soffocato tra i nuovissimi palazzi e grattacieli che lo circondano, rappresenta la memoria di un tempo in cui la Country Music esprimeva grandi talenti. Proprio di recente il Ryman è tornato a riempire la sua platea grazie alla televisione (TNN), che vi registra le puntate dello show musicale ‘On Stage’, uno dei più seguiti. Il vecchio Ryman, che è in piena down-town, dista pochissimo dalla Broadway, un tempo al centro della Nashville musicale. In questa strada al 417 ha ancora sede il famoso negozio di dischi di Ernest Tubb dove per anni alla mezzanotte del sabato (subito dopo l’Opry) prendeva vita un altro spettacolo rimasto celebre: il Midnite Jamboree. Quasi di fronte, al 324, è aperto fino alle 2 del mattino uno degli empori più forniti di abbigliamento western e country, l’Alamo. Molti artisti si servono qui abitualmente e l’assortimento è vastissimo: cappelli, camicie, giacche, stivali, cinture, fibbie, pantaloni dai più semplici ai più stravaganti.

Altra attrazione turistica per l’appassionato al fenomeno country è Twitty City, il parco-residenza di Conway Twitty, popolare cantante che prima di convertirsi al country sound verso la metà dei sixties fu una star del rock & roll con It’s Only Make Believe. La struttura sorge a Hendersonville, a pochi minuti dalla città, e, oltre al museo di Twitty, comprende anche quelli di Bill Monroe, Ferlin Husky e Marty Robbins. Di frequente vi si tengono concerti e quando Conway Twitty non ha impegni di lavoro accoglie personalmente i visitatori (Twitty City/Music Village USA, 1 Music Village Boulevard Hendersonville, tel. 822.6650, 800-345.9338).
La memoria storica e l’aspetto culturale della città trovano testimonianza in alcuni luoghi che l’industria turistica pone in secondo piano a favore del colore e del carattere musicale della città. Primo tra tutti è l’Hermitage (4580 Rachel’s Lane, tel. 889.2941; entrata $7), residenza del presidente degli Stati Uniti Andrew Jackson, costruita nel 1819: è un eccellente esempio di architettura tipica del Mid-South, ottimamente conservata e ricca di documenti storici.
Il Tennessee State Capitol (vicino a Capitol Plaza, su Charlotte Avenue, entrata libera), fu ideato e completato nel 1859 da William Strickland ed è stato restaurato di recente. Al suo interno spiccano la statua equestre di Andrew Jackson, quelle di Sam Davis e Alvin York. Qui è sepolto James K. Polk, l’undicesimo presidente degli States.

Il War Memorial Building (7th Avenue, di fronte a Capitol Plaza, tel. 741.5383, entrata libera) costruito nel 1925, raccoglie reperti che testimoniano il coinvolgimento del Tennessee nelle varie guerre, a partire da quella ispano-americana fino al Vietnam.
La Belle Meade Mansion (a sette miglia a sud ovest dalla città sulla US 70s-Harding Road- al 110 Leake Avenue, tel. 356.0501; entrata $4) è una stupenda tenuta con villa risalente al 1700 dove fu impiantato il primo allevamento di cavalli d’America. È soprannominata la ‘regina del Tennessee’.
Una considerazione particolare merita infine il Partenone (West End Avenue in Centennial Park, tel. 259.6358, entrata $2,50), l’esatta replica in scala 1:1 dell’omonimo tempio ateniese. Considerato specialmente da parte degli europei in modo ironico, per la gente di Nashville è il segno più tangibile dell’amore che essa nutre nei confronti dell’arte e della cultura europea. Costruito in legno in occasione della commemorazione del primo centenario del Tennessee (1897), piacque a tal punto che vollero tenerselo, riedificandolo in solida pietra. All’interno del Partenone, aperto tutti i giorni fino alle 16.45, c’è anche una galleria d’arte e una statua di Atena alta 12 metri.

A completamento di quanto è possibile indagare in città e nei suoi dintorni, in auto o a piedi, Nashville offre anche la possibilità di una gita sul Cumberland – il fiume che l’attraversa – da navigare sul tipico battello a ruota che conserva il suo antico e tradizionale aspetto di fine secolo. Spettacoli in carattere con questa storica imbarcazione musica country e ristoranti sono gli elementi di attrazione del riverboat. Due indicazioni: il Belle Carol Riverboat (106 1st Ave. South, tel. 244.3430 e 800-342.2355) e il General Jackson (Opryland Hotel, 2802 Opryland Drive, tel. 889.611).

LOCALI E MUSICA
Com’è logico, Nashville offre molteplici occasioni per ascoltare buona musica dal vivo. Anche se non è facile vedere in azione le stelle di questo genere musicale, possiamo garantire che tutti i locali della città offrono alla pari country di ottima fattura, il più delle volte proposto al pubblico da esordienti. Per questa ragione potremmo dividere i locali di Nashville in due categorie.
Nella prima, che definiremo come quella dei club per turisti, si propone country di livello secondo modelli collaudati e si possono gustare specialità gastronomiche locali. Tra questi locali segnaliamo il Nashville Palace (2400 Music Valley Drive, tel. 885.1540), dove Randy Travis, agli inizi della sua avventura nashvilliana, lavava piatti e si esibiva nelle serate per dilettanti, prima di essere scoperto dalla Warner Brothers. È uno dei club più conosciuti della città e presenta country music di tipo classico, riservando alcune sere alla settimana a rassegne di nuovi talenti. Il piatto forte del locale è rappresentato da ottime bistecche giganti. Lo Stockyard (184 Second Avenue North, tel.255.6464) è un country dance club assai popolare da queste parti. Spesso presenta nomi di rilievo che si esibiscono alternandosi in due spazi interni: lo Studio Lounge e il Bullpen Lounge. Vi viene proposto bluegrass e country music contemporanea in una atmosfera da saloon, e oltre alle solite bistecche, potrete trovare piatti a base di specialità marinare.

Il Tootsie’s Orchid Lounge (422 Broadway, tel. 726.3739) è il famoso bar dove un tempo si ritrovavano i cantanti dell’Opry poco prima di esibirsi: la porta sul retro dà sul Ryman Auditorium. Al piano superiore si fa country contemporaneo e alcune sere il microfono è aperto agli esordienti.
Degni di nota sono anche il Wrangler (1204 Murfreesboro Road, tel. 361.4440) per gli amanti delle atmosfere western, un autentico ritrovo da cowboy dove si può ballare il two step tutta la notte, e il Captain’s Table (313 1/2 Printers Alley, tel.256.3353), situato nella celeberrima Printers Alley nel cuore di Nashville, uno dei locali storici di questa via. Rinomato anche per le specialità di mare, vi troverete spettacoli musicali di vario tipo e country bands.
Chiudono questa rassegna il Pennington Lounge (al Ramada Inn, 2402 Music Valley Drive, tel. 889.0800), il Boots Randolph’s (209 Printers Alley, tel. 256.5500), proprietà dell’omonimo sassofonista (Yakety Sax), che a volte vi si esibisce, il Pickin’ Parlor e il Jack Daniel Saloon che si trovano all’interno dei gigantesco Opryland Hotel (2800 Opryland Drive, tel. 339.6600).

Nella seconda serie di club predominano invece le serate dedicate a nuovi artisti, che si esibiscono in showcase di una quindicina di minuti a testa, proponendo materiale originale. Loro speranza è che tra il pubblico, sempre numeroso, ci sia qualche talent scout pronto a notarli. Per questo motivo il country che viene proposto in questi luoghi è più autentico e aggiornato.
Il più famoso di tutti, il primo ad inaugurare questo trend nel 1983, è il Blue-Bird Cafè (4104 Hillsboro Road, tel. 383.1461). Aperto tutta la settimana con spettacoli a partire dalle 6 e dalle 9, ha nelle giornate di sabato e domenica gli appuntamenti di maggior rilievo. Si dice che proprio da qui sia iniziata la scalata al successo di personaggi come Kathy Mattea, Steve Earle, Sweethearts Of Rodeo, Kevin Welch, Pam Tillis e numerosi altri. Da qualche tempo il locale ha anche aperto al jazz, al blues e al soft rock, sebbene la programmazione principale continui a basarsi su di un cartellone legato al country.

Come il Bluebird è leggendario anche Exit/In (2208 Elliston Place, tel. 321.4400), sebbene oggi, al posto del country, proponga esclusivamente musica rock e pop dal vivo, davanti ad un’audience proveniente in gran parte dal vicino Vanderbilt College.
Il nostro viaggio all’interno di questa categoria di club prosegue con il Douglas Corner (2106 8th. Avenue South, tel. 298.1688), anch’esso rinomato, mèta ogni sera di aspiranti artisti, mentre lo Station Inn (402 12th Avenue South, tel. 255.3307) è soprattutto conosciuto per il bluegrass (ci potreste incontrare Vassar Clements, Roland White, Sam Bush, Allison Krauss), ma vi si possono ascoltare anche altri generi. In esso non ci sono serate dedicate a songwriters anche se, occasionalmente, si fanno jam session e rassegne di nuovi artisti. All’interno l’ambiente è rustico e ai tavoli si può fare uno spuntino senza pretese. Gli spettacoli iniziano alle 9 in punto.
Poco fuori città, a Hendersonville, c’è anche il Bell Cove (151 Sunset Drive, tel. 822.7074), aperto tutte le sere. Questo il suo programma: ogni lunedì alle 8 c’è la rassegna dei nuovi talenti, martedì ‘microfono aperto’, mercoledì la serata è dedicata ai nuovi compositori. Da giovedì a domenica, gli spettacoli live spesso hanno in cartellone nomi di richiamo.

In questo panorama nettamente dominato dal country si distingue lo Ace Of Clubs (114 2nd Avenue South, tel. 254.ACES, cover charge $4-5), che durante la settimana ospita performances rock, latin rock e salsa, mentre venerdì e sabato sono le serate dance.
Un altro posto dove ballare è Moonbeams, su Marlborough Rd., mentre al The World’s End (1713 Church St., tel. 329.3480), oggi frequentato da trend-people e turisti, si balla dopo le 10 in mezzo a giganteschi schermi, avviluppati da un’orgia di immagini e suoni.
Nashville, pur essendo patria incontrastata del country, non è solo sinonimo di questo genere musicale. Infatti, come nel caso dei migliori locali cittadini, che hanno imparato a lasciare spazio ad altre forme sonore, anche nell’ambito dei festival all’aperto c’è stata una sorta di cambiamento. Da qualche anno, nel corso della prima settimana di giugno si tiene il Summer Lights (tel. 259.6374), festival all’aperto che ospita performances di diversi generi quali rock, jazz e classica: mentre nel corso della serata dedicata al country tutti i musicisti danno vita ad una colossale jam simultanea.
In ambito classico Nashville ha la sua Symphony Orchestra, che tiene nel corso dell’anno una regolare stagione di concerti. Per informazioni a riguardo telefonare al Ticketmaster (741.2787).
Potete trovare il panorama completo delle esibizioni nei club della zona (programmi con orari, prezzi e artisti in cartellone) nel periodico Tennessean Showcase.

ALLOGGIO
Il più grande hotel degli Stati Uniti è l’Opryland Hotel di Nashville (2800 Opryland Drive, tel. 889.1000, singola o doppia $149-179), situato vicino all’aeroporto a metà strada tra Music Row e Hendersonville, adiacente al parco di Opryland. Si sviluppa orizzontalmente come una piccola città immersa nel verde ed è dotato di 1891 stanze per gli ospiti, eleganti suites con ogni tipo di confort, boutiques e negozi, tre piscine, campo da golf a diciotto buche, sei campi da tennis, tre palestre. Contiene diversi ristoranti di cui tre di gran classe, ognuno con diverse caratteristiche architettonico-culinarie in modo da soddisfare la più vasta gamma possibile di gusti. Il divertimento serale è assicurato da quattro locali che offrono musica di diverso tipo: lo Stagedoor Lounge (spettacoli di varietà simili a quelli di Las Vegas, il Conservatory (classica), il Pickin’ Parlor e il Jack Daniel Saloon (country). Se oltre alla musica vi interessano le cose belle non dimenticate di mettere in lista nel vostro tour, anche solo per vederlo, l’Opryland Hotel.

Sempre nella stessa zona, si può alloggiare anche nei seguenti hotel, che garantiscono un servizio egualmente efficiente: Confort Inn (Opryland, 2516 Music Valley Drive, tel. 889.0086. Singola, doppia $45-65), Fiddlers Inn (North-2410 Music Valley Drive, tel. 885.1440. Singola, doppia $52-72), Shoney’s Inn (Opryland, 777 McGavock Pike, tel. 885.4030. Singola, doppia $49-59).
Più a buon mercato, nella zona di Briley Parkway e Helm Hill potrete trovare il Drury Inns (837 Briley Parkway, tel. 361.6999 e 800-325.8300. Singola $42-50, doppia $50-64), il Fiddlers Inn (South 799 Briley Parkway, tel. 367.9202), o il più attrezzato Holyday Inn Briley Parkway (220 Helm Hill Pike, tel. 883.9770 o 800-465.4329. Singola $69-93, doppia $79- 103).

Se invece fissate la vostra base operativa in città, in modo da essere vicini al quartiere di Music Row, potete scegliere tra gli hotel dell’area downtown. Qui avrete anche l’opportunità di fare quattro passi nella Second Avenue che costeggia il Cumberland, via caratteristica che ha conservato intatti i suoi tratti storico architettonici. Tra tutti il più degno di interesse è lo Union Station Hotel (1001 Broadway, tel.726.1001), ricavato dagli uffici della vecchia stazione ferroviaria che stanno sopra i binari. Seguono il Double Tree Hotel (2 Commerce Place, tel. 244.8200 o 800 528.0444. Singola $99-115, doppia $114-134), che consente agli ospiti di fare colazione nel suo ristorante a quattro stelle Hunt Room, e che offre live music nei locali interni; e l’Holyday Inn Crowne Plaza (623 Union Street, tel. 259.2000 o 800-465.4329. Singola $125, doppia $140) che tempo fa si chiamava Hyatt Regency Nashville. È un magnifico hotel, in stile moderno, dalla struttura esterna futuribile, contrassegnato da ambienti interni lussuosi e da un servizio impeccabile. Un tempo era il centro di molte attività legate all’ambiente di Music Row.

Meno costoso è il Park Plaza Hotel (920 Broadway, tel. 244.0150. Singola $59-69, doppia $72-79) nel quale il mercoledì sera, nell’interno della Side Track Lounge, viene ospitata una trasmissione radiofonica che funge da vetrina per gli artisti delle etichette indipendenti.
Come nel resto delle città degli USA troverete altre decine di hotel e motel più economici che garantiscono comunque un buon livello di servizi e comfort.
In zona sono presenti anche le catene Ramada (singole $46-68, doppie $49-70), Best Western (singole $24-45, doppie $47-57) e Holyday Inn (singole $44-48, doppie $48- 63).

RISTORANTI & C.
Mario’s Restaurant
(2005 Broadway, tel. 327.3232. Orario 5.30-10.30, chiuso la domenica) è il ristorante ‘in’ per eccellenza di tutta la città, infatti i grossi nomi dell’industria musicale vengono qui a trattare i loro affari. Propone più che altro raffinata cucina italiana in un ambiente elegante; il servizio è molto efficiente ed i prezzi conseguentemente alti. Occorre prenotare.

Jimmy Kelly’s (217 Louise Avenue, tel. 329.4349) è uno dei preferiti dai locali. Da più di 50 anni propone cucina del sud ed è rinomato per i suoi piatti a base di carne e pesce, per il country ham e per i migliori Martini cocktails della città.

Merchant’s Restaurant (401 Broadway, tel. 254.1892) fa parte dell’omonimo hotel ed è uno dei più quotati della città. La cucina è quella tradizionale del Sud, con patate, bistecche e dolce di mele. Colazione e cena vengono serviti al secondo e terzo piano, mentre al piano terra si possono gustare pizze e (di sera) country – show.

Uno dei pochi ristoranti della città dove si può fare un pasto completo anche a tarda ora è il Multi Bob (18905 21st Avenue South, tel. 385.4626). Il locale è nuovo ed è stato ricavato da un vecchio magazzino, per cui non lasciatevi ingannare dall’aspetto esteriore dell’edificio, volutamente vissuto, perché l’interno è confortevole e la cucina di livello. Potrete gustare pizze insolite, polli alla griglia, pesce e carne arrosto.

Ambiente e cucina autenticamente giapponesi da Kobe Steaks (210 25th. Avenue North, tel. 327.9081. Orario 5-11, venerdì e sabato chiude a mezzanotte). Gamberi, pollo e carne preparati e cucinati sulla griglia ai tavoli, proprio di fronte a voi.

Slice Of Life (1811 Division, tel. 329.2525) è l’unico di Nashville ad occuparsi di macrobiotica e cucina naturista.

Joe’s Of Nashville (818 3rd Avenue South, tel. 256.8696) tra i ristoranti messicani della città è uno dei più tradizionali. È frequentato dall’ambiente artistico della città.

Se durante il vostro shopping in centro desiderate fare una piacevole pausa, vi segnaliamo Bristol Bar & Grill (113 Church Street Mall, tel. 255.7007). Di grande atmosfera, ottima la cucina.
Pochi sandwich-bar meritano una menzione speciale quanto D’Lish (200 West End Avenue, tel. 329.1171). Una dietista si è premurata di proporre un menù stilato per offrire il massimo della varietà e nutritivitá, indicando persino calorie e proteine per ciascun sandwich, tutti molto gustosi; ma la grande originalità consiste nell’atmosfera del locale. Le pareti sono state decorate da un illustratore, dal soffitto pendono sagome colorate di pesci e pescatori. L’impressione è di trovarsi dentro a un cartone animato o, per un momento, di tornar bambini.

Si distingue per l’originalità dell’arredamento anche Friday’s (2214 Elliston Place, tel. 329.9575, nei pressi del Partenone), dove vecchi giocattoli e utensili agricoli fanno da tappezzeria in un ambiente un pó decó. Il menù, adatto, anche per il prezzo, al pubblico giovane che generalmente affolla il locale, comprende pizza, hamburger e piatti tipici americani.

Il Loveless Motel And Cafè (8400 Highway 100, tel. 646.9700) si trova fuori città, ma vale comunque la pena di visitarlo, anche sotto il profilo squisitamente turistico. Le specialità sono tipicamente locali: pollo fritto, country ham’n’eggs; il servizio è rapido ed efficiente.

Mario Manciotti, fonte Country Store n. 32, 1996

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