Vassar Clements - Livin’ With The Blues cover album

Qualcuno lo ha definito “il violinista più versatile al mondo”. Che Vassar Clements fosse una leggenda del bluegrass fiddle non c’erano dubbi, ma che riuscisse ad esprimersi agli stessi livelli in ambito blues, beh, francamente questo non era prevedibile. E anche se, nelle note di copertina, un altro grande del violino swing (Matt Glaser) sostiene che “Nobody can play the blues on a fiddle like Vassar Clements”, il CD è una autentica (e piacevolissima) sorpresa.

Non solo per le formidabili qualità tecniche e stilistiche di Clements. Piuttosto a colpire l’immaginario dell’ascoltatore sono le esecuzioni, le interpretazioni, gli arrangiamenti e le invenzioni. Mirabile, ad esempio, l’alternanza tra duetti acustici come il classico Cypress Grove di Skip James (in apertura) suonato con il formidabile Bob Brozman che addirittura sbalordisce nella sincopatissima Fiddlin’ & Faddlin’ e brani arrangiati con combo più completi vedi le eccellenti Dirty Drawers e That’s My Thing di e con Elvin Bishop, la spumeggiante versione di Green Onions (pietra miliare griffata Booker T. & MGs) qui impreziosita dalle sfide tra l’armonica squillante di Charlie Musselwhite, la National fiammeggiante di Brozman e il fiddle insinuante di Vassar.
Memorabili anche gli interventi della rediviva ma sempre bravissima Maria Muldaur in Honey Babe Blues (vecchio brano di Doc Watson) e del grandioso Roy Rogers: Phonograph Blues (di Robert Johnson) è una delle chicche dell’album.
Prodotto da Norton Buffalo (che presta qui e là la sua virtuosa armonica) Livin’ With The Blues è un modo nuovo di approcciarsi a una delle musiche più antiche e fascinose. A testimonianza che blues non significa colore della pelle (qui, a partire dal leader, sono tutti bianchissimi …) ma attitudine di vita. Treves docet.

Acoustic Disc 58 (Bluegrass Progressivo, 2004)

Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 107, 2004

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