Willie Nelson – It Always Will Be cover album

Ho perso il conto: questo è, forse, il milionesimo album di Willie Nelson. Ciò nonostante, ascoltare il vecchio, inossidabile songwriter di Abbot, Texas (72 anni il prossimo 30 aprile!) è sempre un piacere. La sua voce inconfondibile, il suo songwriting prezioso (la title-track, a sua firma, è il pezzo melodicamente più interessante dell’album), la sua inimitabile espressività, la sua anima inequivocabilmente ‘a stelle e strisce’ trasmettono un senso di serena inquietudine, di pacifica turbolenza emotiva, di eccitante tranquillità spirituale. Willie è, infatti, tutto e il contrario di tutto.
Icona assoluta della musica e cultura nordamericana del ‘900, Mr. Nelson ha saputo essere rivoluzionario e conservatore, innovativo e tradizionalista senza mai perdere coerenza o identità.

Allo stesso modo, pur cambiando interamente band e producer (a parte il fedelissimo armonicista Mickey Raphael), Willie presenta anche in questo It Always Will Be, un esemplare concentrato della sua arte. E alterna qualche duetto speciale (da menzionare Overtime con Lucinda Williams, Dreams Come True con Norah Jones e soprattutto Be That As It May con la figlia Paula, autrice del delizioso pezzo) a belle canzoni (vedi la formidabile country ballad Tired) e a qualche cover azzeccata (Picture In A Frame di Tom Waits o Midnight Rider della Allman Brothers Band).
Senza  mai  essere  eccessivamente sdolcinato (come, ogni tanto, capitato in passato) e pur senza raggiungere vette sublimi (come in qualche album degli anni ’90 sotto la produzione artistica di Don Was o Daniel Lanois), Nelson colpisce ancora una volta nel segno.
Che piaccia o meno, qui si ha a che fare con una leggenda.

Lost Highway 2548 (Outlaws, Singer Songwriter, 2004)

Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 111, 2005

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