Bello, davvero bello il titolo del disco, restituisce perfettamente quelle che sono le intenzioni di questa band, compiere nuovi viaggi attraverso vecchie strade. E difatti troviamo oltre ad un paio di pezzi con la loro firma, molti altri che fanno parte di quel patrimonio tuttora nascosto della old time music, a volte ancora vergine e disponibile al saccheggio, pezzi oscuri e poco battuti che loro hanno saputo rivitalizzare con nuove strofe e nuove melodie.
Sono bravi, onesti ed anche piacevolissimi all’ascolto, con voci sincere ed appropriate, e dimostrano un profondo rispetto per questa musica, riuscendo ad essere creativi pur rimanendo all’interno della tradizione. Ci sono comunque anche cose ultra conosciute, Grey Eagle ad esempio (e pensavo anche Diamond Joe, ma non è la stessa canzone con la quale ci aveva entusiasmato Joe Val).
Nascono a metà degli anni settanta, ma è da pochi anni che hanno intensificato il loro impegno, alternando al day job la musica che amano. Ai fondatori Dale Morris (banjo e chitarra) e Jerry Correll (fiddle) si sono aggiunti Donna Correll (contrabbasso), moglie di Jerry e Casey Hash (accordion e chitarra): quindi, nonostante il nome del gruppo possa trarre in inganno, nessuno di loro si chiama Wolfe e ancor meno sono fratelli. Questo è il loro quarto disco e secondo per la Copper Creek, dopo 2001, An Old-Time Odyssey dal curiosissimo titolo.
L’ascolto, si diceva, dà molta soddisfazione, sia esso approfondito o unicamente superficiale. Si è obbligati a muoversi o anche solo a battere il tempo, sarà per la loro notevole forza ritmica, sarà per il fascino della strumentazione.
Freschi, semplici e tremendamente efficaci, nel popolato mare nel quale pescano le piccole etichette discografiche: ed a volte, come in questo caso, si è pescato davvero bene!
Copper Creek 0223 (Old Time Music, 2004)
Claudio Pella, fonte TLJ, 2010