La stagione estiva promette bene per i country fans, anche per quelli italiani che per trovare conforto per le proprie orecchie e le soddisfazioni loro negate in patria percorrono periodicamente la strada inversa dei vecchi anarchici svizzeri. Il paese del cioccolato e dei formaggi è, infatti, la propaggine meridionale di quella fascia di nazioni europee (dall’Inghilterra giù per la Danimarca e la Germania e l’Austria) che non si preoccupano delle contaminazioni americane sui loro gusti musicali quanto la Francia ed i paesi mediterranei. Sta di fatto che la Svizzera ci offre annualmente alcune ottime occasioni per ascoltare buona musica da artisti che in materia di contaminazioni (come in Italia attualmente sono chiamati gli influssi delle più disparate musiche etniche sulla musica nostrana) si occupano di quelle che piacciono a noi.
Sarà perché in Svizzera hanno più soldi o più disponibilità di sponsor o perché malgrado una certa nota predisposizione alla rigidità mentale sono meno timorosi di ‘americanizzarsi’ o forse anche perché il loro stile ed ambiente di vita è più simile di altri a quello dei mountain men come Jeremiah Johnson (Corvo Rosso non avrai il mio scalpo)? Forse. Intanto occasioni come il Singer Songwriter Festival di Frutingen, il Folk Festival dl Lugano diretto con grande competenza e passione da Alcide Bernasconi, questo Trucker & Country Festival di Interlaken e la Country Night di Gstaad sono per tutti noi, possibilmente, imperdibili. Ed è un peccato che sia venuto a mancare da qualche anno lo Swiss Alps Country Festival dl Grindelwald.
Se quest’anno a Frutingen (dal 2 al 4 Giugno) potremo gustarci ancora Steve Earle, David Lindley e conoscere per esempio George DeVore & the Roam (ottimo nuovo rock texano), ad Interlaken Lorenz Krebs e Iris Huggler hanno messo su un evento non da poco, anche per dimensioni. Ogni anno, prendono in affitto l’area di un ex aeroporto militare ed allestiscono una città western con bar (soprattutto), stand per ogni genere dl articoli annessi e connessi (dischi, abbigliamento, orpelli, gadgets, ecc.) e palchi per concerti minori dove si avvicendano per tutto il giorno country acts di ogni provenienza (l’anno scorso su uno di questi palchi erano di scena anche i Redwoods, dignitosa band milanese con un buon repertorio di covers new country). Un colossale parcheggio è dedicato ad ospitare i camion che partecipano alla gara di bellezza e chi ha la passione per i bestioni cromati, dipinti ed allestiti, trova di che entusiasmarsi.
Negli ex hangar è collocata la principale area concerti: niente posti numerati ma file dl tavoli con panche ed uno spazio libero di fronte all’enorme palco su cui si esibiscono i ‘nomi grossi’. Insomma, tra tutto, un grande Oktoberfest in chiave western che prende il tempo di un weekend e che sembra attirare, per numeri, la popolazione di una città di media grandezza. Il sabato sera, infatti, si sgomita per farsi largo. I prezzi di ingresso sono differenziati: un biglietto per entrare nella ‘città’ ed uno supplementare per l’area del main stage al sabato sera. Con tale giro d’affari, i due promoters riescono così ad offrire un programma di prim’ordine. Se negli anni passati hanno ospitato star come Collin Raye, Heather Myles, Bellamy Brothers, quest’anno il piatto è meno pieno ma è più ricco perché conterrà nientemeno che Willie Nelson.
Che dire del vecchio Willie che già non si sappia? Solo che chi non lo ha ancora visto in concerto non può farsi scappare l’occasione. Un concerto di Willie Nelson non è solo un evento musicale. E’ la celebrazione della country music e di tutto il mondo che le appartiene: visioni di paesaggi, storie e filosofia di vita, emozioni e introspezione. In Texas, un concerto di Willie è allo stesso tempo un rito ed una family reunion: niente distanze tra musicisti e pubblico, anzi, non è raro che qualcuno dalla platea salga sul palco e canti in duetto con Willie. Lui scambia il cappello con chi glielo tira, chiama per nome quelli che riconosce. Si crea un’atmosfera di rara intensità, dominata dal carisma, dallo sguardo magnetico e dalla voce senza eguali del vecchio fuorilegge. Ho visto tanta gente piangere ai suoi concerti. Forse in Svizzera non succederà proprio la stessa cosa, gli svizzeri sono meno romantici, ma il concerto è comunque imperdibile sotto ogni aspetto.
Oltre a Willie, il programma prevede Danni Leigh, giovane honky tonker da Strasburg, Virginia, esordiente con il CD Decca 29 Nights prodotto da Mark Wright (lo stesso di Mark Chesnutt), che ricorda la migliore Heather Myles, e il cowboy svizzero Tony Williams.
Mettete dunque il miglior cappello e lucidatevi gli stivali. La strada per Interlaken non è breve, anzi è piuttosto ‘rough and rocky’, ma dà le soddisfazioni che meritate e che non trovate a casa. In attesa della Country Night, il Trucker & Country Festival di Interlaken è quanto tra il meglio l’estate prossima potrà offrirvi.
Fabrizio Salmoni, fonte Country Store n. 52, 2000