Sono sempre loro, e ne parliamo per la terza volta nel giro di un anno e mezzo per questo terzo CD Rebel, felici di constatare che i nostri boys sono sempre meglio. Meglio sotto tutti i punti di vista: se a Howdy Neighbor Howdy (Rebel 1698) rimproveravamo una scelta di pezzi un po’ troppo giocata su super-classici, e al successivo I Believe In The Old Time Way (Rebel 1708) una evidente disomogeneità di suono, con questa collezione celebrativa di 10 anni di anzianità proprio non riesco a trovare difetti.
Essendo patologicamente menoso potrei ribadire che non mi piace il suono di chitarra (troppo ‘sparpagliato’) e violino (troppo chiuso), ma è evidente che a loro piace così, quindi zitto. Le voci, santoddio che voci! Il duetto di Mark Rader e Joe Mullins riesce a dare i brividi anche al solo ricordarlo, e l’aggiunta frequente della voce di Gerald Evans conferisce la spesso desiderata tonalità calda e bassa al trio.
E il banjo di Joe Mullins, che già mi aveva lasciato secco due anni fa con il suo vigoroso ‘No-non-sense-Scruggs-style’, è in questi anni maturato, ha acquistato un timbro variegato e potente (merito del nuovo Rich & Taylor o della mano?…), e rappresenta oggi uno dei punti di forza più evidenti della band.
Ma dicevamo dei pezzi, poco fa, credo: non più ‘old chestnuts’ da un qualsiasi bluegrass songbook, se si toglie una You Are My Flower peraltro arrangiata in modo diverso dal solito. Ora la band pesca dal filone compositivo di autori contemporanei con Back To Hancock County e You Can Keep Your Nine Pound Hammer della coppia Pete Goble e Leroy Drumm, da Jimmie Rodgers con Jimmie’s Texas Blues, da Dolly Parton con I Wasted My Tears, dai cari vecchi Karl & Harty con la struggente She Has Forgotten, e aggiungono una manciata di pezzi originali, solitamente cantati dai loro autori (quindi con notevole vantaggio per la varietà del CD), che ben figurano al fianco di cotali nuovi e vecchi classici.
E la caratteristica comune, a ben vedere, degli originali firmati da Mullins (Joe), Evans e Rader è a mio parere proprio la facilita con cui, nelle mani dei loro autori, questi pezzi hanno già in partenza il suono, la forza e la naturalezza dei veri classici. E non è poco, direi. Un grazie di cuore, quindi, a Paul Mullins per avere creato, e con lui ai suoi compagni di viaggio per avere portato avanti per 10 anni la propria personale visione della ‘Grass’ più ‘Traditional’. E a voi l’inevitabile consiglio: non vi fate scappare 10th Anniversary Collection, mi raccomando.
Here Comes The Train /You Are My Flower /Lazarus /Back To Hancock County /Where Does Love Go /Papa’s Wagon /Rough Edges /I Wasted My Tears /The Country Girl Blues /She Has Forgotten /No Return /Jimmle’s Texas Blues /I’ll Take Back My Wedding Rings /You Can Keep Your Nine Pound Hammer /Rest For His Workers /Weary Lonesome Blues
Rebel 1718 (Bluegrass Tradizionale, 1994)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 23, 1994