Dire Pat Flynn è come dire New Grass Revival e tornare indietro con la memoria agli stupendi anni ‘80 durante i quali questa band fece sognare coloro che attendevano un bluegrass più moderno, più frizzante, più giovane. Terminato questo periodo ognuno iniziò la propria carriera solista, e forse il più in ombra rimase Pat Flynn, nonostante le centinaia e centinaia di partecipazioni a dischi di altri artisti, principalmente in ambito new country.
È il momento adesso del primo disco a proprio nome, e valeva la pena attendere. All’ascolto è difficile dire quali sono le cose migliori, scelte dalle varie strade che in questi anni Pat ha percorso, ed arrangiate a modo suo, senza darci modo di incanalarlo in uno stile preciso. Si potrebbe iniziare da quattro dei pezzi senza tempo che lui scrisse nei giorni belli e fecondi dei NGR (che ancora adesso appaiono sempre molto freschi e che il riascoltarli vale il prezzo del disco, la stupenda Lila per esempio), a If I Had A Hammer di Pete Seeger, qui reso in modo arioso e quasi scanzonato, senza rabbia, con il banjo che disegna incredibili ricami. E poi The Word intensa e partecipata, Michael Row The Boat Ashore un gospel tradizionale leggero e quasi ingenuo già ascoltato anche nelle nostre chiese, Mother Lode decisamente bluegrass (o newgrass) con il nostro Pat al mandolino….
Chitarrista fluente e nello stesso tempo concreto ed elegante, dotato di una voce appropriata che ben si sposa con il suo repertorio, Pat Flynn si fa aiutare in questo progetto da svariati musicisti, variamente dispiegati nei diversi pezzi: dai fidi amici Béla Fleck e John Cowan a Stuart Duncan, Steve Bryant, Kenny Malone e molti altri.
Un disco che è un’autentica boccata d’aria fresca, il ritorno in piena luce di un protagonista della rivoluzione acustica degli anni ‘80.
Echo Music (Bluegrass Progressivo, Country Acustico, Alternative Country, 2004)
Claudio Pella, fonte TLJ, 2005