Articolo dal titolo Una Nuova Era per la Musica Acustica a cura di Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 23, 1987

“Credo che stia nascendo una nuova era per la musica acustica. Negli anni ’60 ci fu il folk boom. Gli anni ‘70 e ’80 hanno visto l’esplosione della musica elettronica. Ora ci stiamo dirigendo verso un’epoca in cui le due tendenze (acustica ed elettronica) si stanno combinando per dar vita a qualcosa di nuovo. Non è il caso di parlare di un ritorno della ‘vecchia musica folk’ ma piuttosto di una rinnovata sensibilità per il suono acustico applicato in concezione moderna”. Con queste parole Nils Lofgren, già chitarrista con Neil Young ed ora importantissimo pilastro della E Street Band di Bruce Springsteen, introduce un’immaginaria tavola rotonda da noi ideata per cercare di capire meglio dove si trova e dove andrà la musica acustica alla fine degli anni ’80.
Dopo aver per tante volte cercato di dare una nostra interpretazione, la più possibile oggettiva, cediamo ora la palla ai protagonisti del mondo acustico. 25 musicisti, in rappresentanza di diversi filoni musicali tradizionali ed acustici, fanno sentire la loro voce, i loro pareri, le loro speranze.

Rodney Dillard
“….A Los Angeles, negli anni ’60, fu sentita per un pó l’esigenza di presentare al pubblico artisti folk che dovevano essere autenticamente rurali, quasi si trattasse di animali in estinzione da mostrare allo zoo. La maggior parte delle volte questi musicisti erano e volevano rimanere contadini e non gradivano molto di essere messi in esposizione come pezzi da museo. Ora i tempi sono cambiati e non credo che l’idea della ‘tradizione’ abbia ancora la medesima importanza. La musica si è ormai diffusa ovunque e non vi sono più situazioni di isolamento tali da favorire la preservazione di musiche e culture tradizionali.
Oggi si sta seduti intorno alla televisione e non al caminetto. Non c’è più solo il ‘Grand Ol’ Opry’ alla radio ma centinaia di programmi musicali in TV….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Norman Blake
“….La televisione è il fattore dominante del mondo odierno. La conseguenza è che la maggior parte delle sacche etniche della nostra cultura sono state spazzate via. Non c’è più isolamento. Penso che la musica stia seguendo lo stesso trend. La musica folk e più in generale la musica acustica non è morta, almeno come forma d’arte. E’ cambiata, questo sì e si sta evolvendo. Ma è importante che mantenga una ben precisa identità, che sfugga alle logiche di appiattimento tipiche dei mass media….” (Frets Magazine, U.S.A.)

John Hartford
“….Nella musica il compromesso è necessario. Anche noi, come i buoni venditori, dobbiamo accontentare i nostri clienti.
Sono sempre stato molto attratto dal come soddisfare al meglio il pubblico senza modificare più di tanto la mia idea musicale. Per quello che mi riguarda, penso di aver sempre preservato l’essenza della musica che suono e di averne valorizzato l’aspetto ludico cosicché la gente potesse divertirsi ai miei concerti.
La funzione originale (che era quella di far danzare la gente) è ormai totalmente superata poiché ad assolverla sono ora la disco-music, il rock e il funky….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Richard Thompson
“….La tradizione britannica è sempre stata il mio principale punto di riferimento e di ispirazione. Ancora oggi cerco di ascoltare ballate scozzesi, musica da danza, gighe e reels per trovare spunti ed idee originali. Io amo due generi musicali sopra tutti: la musica tradizionale e il rock. Il mio massimo è di riuscire a trovare le giuste formule e gli equilibri sonori per dar vita a qualcosa che li possa contenere entrambi….” (Folk Roots, G.B.)

The Oyster Band
“….Pensiamo che i due fattori che maggiormente possano attrarre, verso la musica folk, gente che in essa non ha già uno specifico interesse siano il ritmo e i suoni. Il suono, secondo la nostra personale esperienza, esercita un fascino particolare. E’ strano, diverso, e forse, in un certo senso, è magico. Ma crediamo sia giunto il momento che tutti coloro che suonano questa musica pensino a ciò e provino a produrre qualcosa di più accessibile ed immediato. In questo senso, perché ad esempio, non riprendere alcuni classici del repertorio del folk-rock degli anni ‘70 e riarrangiarli con i suoni e le tecniche moderne? Molti di questi brani potrebbero essere migliorati….” (Folk Roots, G.B.)

Ry Cooder
“….Io amo la musica etnica: ecco il motivo per cui molte volte l’ho introdotta nei miei lavori. Non c’è nessuna altra ragione. Sono un musicista. Troppe volte la stampa ha voluto etichettarmi dicendo, di volta in volta, che ero “colui che preservava la cultura tradizionale nord-americana, il blues o il tex-mex o la musica hawaiiana”. lo non sono un museo. Ho sempre cercato di ascoltare le cose che più mi piacevano, di studiarle anche, ma di rielaborarle poi in modo personale perché il mio obiettivo è sempre stato quello di fare la mia musica. Bella o brutta che potesse essere, di successo o meno, ma che fosse qualcosa di cui io fossi convinto e da cui traessi gioia nel suonare….” (Guitar Player, U.S.A.)

Paco De Lucia
“….Ovunque la musica è parte della nostra vita. In America se vado ad un party trovo gente che beve e che chiacchiera. Magari trenta conversazioni in atto nello stesso posto: che confusione!
Nel mio paese, alle feste, si suona musica e tutti coloro che lo desiderano, suonano, cantano, battono le mani o partecipano in qualche modo. Si potrebbe dire che tutti danno vita alla medesima conversazione! Questo è il mondo da cui provengo, in cui sono cresciuto. Lo spirito del flamenco è partecipazione, improvvisazione, è l’essere sempre in movimento. Per chi poi lo suona il flamenco è molto di più. Questa musica è fonte di sé stessa, riprodotta e perpetuata di generazione in generazione. Questa musica non la leggo, la sento: questo è in parte dovuto al fatto che ho suonato per tanto tempo questi ritmi, queste melodie, queste armonie.
Ho imparato guardando e ascoltando i musicisti intorno a me. Il fatto che ora componga musica originale, anche con altre influenze, è frutto di esperienza, maturità e di sempre nuove emozioni….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Guido Toffoletti
” Mi considero molto fortunato. Avevo un sogno ed un bel giorno mi sono trovato ad esserne nel bel mezzo, con quelli che erano i miei idoli. Incredibile. Ma è stato esattamente come giocare alla lotteria. Uno ce la fa e milioni di altri no. Dillo a quelli che vogliono intraprendere questa carriera. Devono essere dei giocatori….” (Il Mucchio Selvaggio, Italia)

Billy Branch
“….C’è effettivamente un nuovo blues che sta emergendo da qualche parte e, mentre da noi i nomi sono quelli di Vaughn, Lurrie Bell, Valerie Wellington, da altre parti i nomi sono quelli di Robert Cray e Chris Thomas. Comunque è proprio un periodo in cui ci sono, probabilmente, molti più giovani neri che suonano il blues che non prima d’ora….” (Il Blues, Italia)

Tony Trischka
“….Ho sempre pensato che la New Acoustic Music dovesse avere almeno qualche connessione con il bluegrass, ma in realtà non è poi così vero. Anzi è addirittura limitante per la N.A.M. stessa. Io credo che, in generale, la New Acoustic Music sia caratterizzata dal fatto di non avere limitazioni. In altre parole, noi non diciamo “Oh, non si può suonare Spain di Chick Corea con un arrangiamento bluegrass (così come ha fatto Bela Fleck nel suo Crossing The Tracks) perché è un brano jazz”. Così come pure non diciamo “Non potrei mai suonare musica irlandese perché il mio background è nel bluegrass”.
Ritengo che una delle cose principali nella New Acoustic Music sia la sperimentazione, il non accettare il concetto di limite….” (Frets Magazine, USA)

David Grisman
“….Cerco di rendere la mia musica maggiormente attraente per il pubblico ma questo non vuol dire che io stia facendo una bieca azione commerciale. Se così fosse, uscirei a comprare i dischi che sono nei Top Ten e comincerei a riflettere su quale sezione ritmica ingaggiare per il mio prossimo album. Quindi, mi procurerei un bel mucchio di ospiti illustri ed in questo modo sarei sicuro di vendere molti più dischi di adesso e di far felici i dirigenti della Warner Brothers. Ma non mi sentirei a mio agio. Non mi sentirei di fare quello per cui ritengo di essere portato. Sono molto convinto della mia produzione artistica e dei suoi continui sviluppi. Ho più volte interrotto, nel corso della mia carriera, situazioni che potevano portare ad un vasto successo commerciale….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Herbie Hancock
“….Gli uomini portano sempre gli stessi vestiti? No. Lo stesso discorso vale per la musica. Dipende solo da cosa ti piace e l’importante è fare le cose bene. Se qualcuno mi domanda perché io suoni elettrico, rispondo perché mi piace e basta. La verità è che da un uomo ci si aspetta che faccia la stessa cosa per tutta la vita, che rimanga chiuso in un buco. Non ho nessuna intenzione di rimanere chiuso in un buco. In fondo poi certa musica fa parte della mia vita: sono cresciuto ascoltando rythm ‘n’ blues e musica classica. Al jazz mi sono avvicinato quando avevo 14 anni e a quell’epoca i miei idoli erano già James Brown e Sly & The Family Stone….” (Musica Jazz, Italia)

Boys Of The Lough
“….All’inizio ci eravamo quasi imposti di riproporre la musica tradizionale senza intervenire sul materiale originale, e questo è più difficile di quello che uno pensi. Si è spesso portati a credere che suonare qualcosa che è sempre stato suonato allo stesso modo sia facile ma in realtà non è così. E’ forse più difficile che non proporre dei nuovi arrangiamenti. Noi vogliamo continuare a suonare così e l’unico modo per farlo è quello di migliorare le nostre qualità volta per volta. Non esiste in pratica un limite di bravura per suonare questa musica. Credo che potremmo suonarla tutta la vita ed ancora avere margini per migliorarci.
Questa è musica che ha una sua profondità. Se pensiamo a musicisti come Scott Skinner o Michael Coleman dobbiamo considerarli come artisti dalla tecnica sopraffina e, per certi versi, inavvicinabile. Loro hanno tracciato una via evolutiva, tecnicamente parlando, ma pochi gruppi hanno seguito i loro insegnamenti. Ragionando in termini di eccellenza tecnica, in questo momento, vedo solo De Danann all’altezza della situazione. La maggior parte dei gruppi odierni non sta spingendo la musica verso questi confini: suona brani facili con arrangiamenti elaborati….” (Folk Roots, G.B.)

Whippersnapper
“….La nostra musica può essere paragonata alla New Acoustic Music americana, che noi ascoltiamo moltissimo e che ci stimola parecchio. Soprattutto per quanto concerne l’approccio: il fatto cioè di prendere degli strumenti acustici tradizionali e di ampliarne, senza limitazioni, le capacità oltre quelli che ne erano considerati i confini….” (Folk Roots, G.B.)

Los Lobos
“….Perlopiù suonavamo in ‘cantinas’, in feste popolari o in occasioni sociali come battesimi, cresime, matrimoni…. Era una vita dura, ma è stata un’esperienza utilissima per maturare il nostro sound: ora siamo tornati a fare rock, si direbbe che abbiamo percorso un cerchio completo e che ci troviamo allo stesso punto da cui ciascuno di noi era partito, ma con una diversa consapevolezza….” (Chitarre, Italia)

Fabulous Thunderbirds
“….I nuovi country-singers? Meglio Merle Haggard, Hoyt Axton, George Jones, Conway Twitty. It’s classic. E’ un po’ come succede con le nuove band di rock ‘n’ roll e di blues. Quelle realmente allo stato dell’arte sono poche. E’ un pezzo che non sento un disco che mi piace. Sono vecchio? No, è la musica che si è fermata quando è morto Elvis….” (Buscadero, Italia)

The Whites
“…. Nel periodo in cui moltissimi gruppi mischiavano bluegrass con rock o pop noi lo mischiavamo con il country e ancora oggi lo facciamo. Ringraziamo il Signore che oggi la musica tradizionale è accettata dai fans di country music e viceversa. Noi suoniamo ancora la stessa musica nello stesso modo di sempre. Sì, abbiamo apportato qualche cambiamento ma l’industria discografica stessa ne ha fatti cosicché ci siamo ritrovati nel mezzo….” (Bluegrass Unlimited, U.S.A.)

William Ackerman
“….Quando incideva prevalentemente dischi di chitarra la Windham Hill era considerata un’etichetta di folk. Successivamente, quando furono prodotti L.P. con più strumenti la gente si sorprese di ciò e decise che la Windham fosse classificata come etichetta jazz. Rifiutando entrambe le categorie, vorrei puntualizzare che la W.H. si è sempre evoluta e che sempre continuerà a farlo. Senza abbandonare le radici acustiche e senza voltare la schiena al lavoro fatto in passato è nostra ambizione di proporre sonorità nuove, nuovi ensemble strumentali e nuove forme musicali espandendo la gamma di offerta attuale, sperando di confondere vieppiù tutti coloro che vorrebbe riassumere in una parola il genere musicale da noi prodotto….” (Windham Hill News, U.S.A.) ;

John Cunningham
“….Mai è esistito un periodo in cui la musica, o qualunque altra espressione artistica sia rimasta statica. Ed è francamente una sciocchezza insistere sul purismo, a meno che non si sia vissuti per anni chiusi in una stanza senza comunicare con l’esterno. Una buona cosa da ricordare è quella di non essere intimiditi da regole su ciò che si deve o non si deve suonare. La cosa importante è far bene ciò che ci si sente di fare….” (Frets Magazine, U.S.A.)

David Lindley
“….Per me musica elettrica e musica acustica sono come mele e pere. Sono buone entrambe ma spesso è difficoltoso mischiarle. La maggior parte di quelli che suonano musica acustica deciderebbero avere un pubblico tipo quello della musica classica, elegante ed educato….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Robert Cray
“….Credo sia importante scrivere materiale originale. Non mi esalta più di tanto ascoltare vecchi brani fatti su disco per la millesima volta da musicisti che avrebbero notevoli doti compositive. Mi va bene rifare, qua e là, una ‘cover’ di qualche vecchio standard. Ma non un intero album! E’ deprimente!” (Folk Roots. GB.)

Mark O’Connor
“….Ho iniziato suonando vecchi fiddle-tunes ma, alla radio, ascoltavo rock. Poi a casa, mia mamma suonava dischi di jazz e di musica classica. Così iniziai a introdurre nei miei fiddle tunes alcune note anomale, perché quelle erano le uniche cose che sapevo suonare. Adagio, adagio ho sviluppato le mie capacità musicali e i miei gusti. Era naturale per me sfociare nella New Acoustic Music poiché è la forma che mi lascia maggior libertà per esprimere la mia attuale sensibilità artistica….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Steve Reischman
“….Non ho mai perso del denaro organizzando concerti della Windham Hill….” (Frets Magazine, U.S.A.)

John Chelew
“….Il pubblico sembra essere molto diverso dal passato …. Ai concerti di Bill Monroe si vedono anche persone con i capelli verdi o viola così come distinti quarantenni assistono a spettacoli punk….” (Frets Magazine, U.S.A.)

Mitch Greenhill
“…. La musica acustica è molto genuina. Ecco perché potrà sempre contare su un numero di appassionati fedeli e, di tanto in tanto, ritornare fuori alla grande ….” (Frets Magazine, U.S.A.)

(Ricerca e selezione a cura di Ezio Guaitamacchi con la collaborazione di Roberto Caselli e Roberto Monesi)

Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 23, 1987

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