Dietro questo nome, ispirato dal libro sui Rolling Stones di Stanley Booth, si celano tre personaggi di estrazione diversa ma legati da comuni interessi musicali magistralmente descritti nelle note di copertina da Johnny Cash. Chi poteva dipingere un realistico affresco di musica rurale americana elettrificata con influenze rock, blues e country se non personaggi del calibro di Terry Clarke, Michael Messer e Jesse Taylor? Due inglesi ed un texano, che strano triangolo, ma questi musicisti sono accomunati da eguali amori ed interessi.
Clarke, al terzo album, uno dei cantautori inglesi più dotati, ispirato da muse irlandesi e texane in ugual misura. Messer, anch’egli al terzo disco, un virtuoso della chitarra slide, un serio ricercatore di suoni e stili di scuola cooderiana, mentre Taylor firma il suo secondo album ancora una volta grazie ad una label inglese.
La chitarra elettrica di Butch Hancock e Jimmie Dale Gilmore si cimenta con ogni tipo di sei corde irrobustendo il già collaudato sound della band di Messer. Il risultato è The Sessions, ambizioso progetto a più mani dove la testa pensante è Terry Clarke – autore di quasi tutti i brani, eccetto due covers di Muddy Waters e Mississippi Fred McDowell – e il corpo è la band di Messer nobilitata dalla presenza di Jesse Taylor, chitarra robusta ma elegante in ogni occasione, e dall’accordionist Slim.
L’anima è la musica rurale americana di matrice popolare rock e blues. Uno slide-guitar sound potente, intensamente sentito, drammatico e roots, che sembrerebbe poco adatto alla elegante e raffinata scrittura di un songwriter colto e sensibile come Terry Clarke, ma che riesce a coniugarsi perfettamente grazie all’intensa e convinta passione profusa nel lavoro d’insieme.
Terry, superbo, ascoltatelo in Play With Fire in solitudine con le chitarre dei suoi pards, ma i suol comprimari sono bravi tanto da fare di The Sessions dei Rhythm Oil un progetto riuscito che, se gli dedicherete qualche ascolto, vi conquisterà.
Minidoka MICD 0006 (Blues, Roots Rock, 1993)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 1, 1993