Di spessore (sotto tutti i punti di vista) l’opera uscita poche settimane fa a firma Timothy White, direttore di Billboard e una delle firme più prestigiose del giornalismo rock. Long Ago And Far Away: James Taylor, his life and his music (430 pagine incluse una settantina di fotografie rare) non solo è una biografia autorizzata: esso è stato realizzato con il pieno appoggio di James e della sua famiglia. Tanto che qualche maligno ha sussurrato che esso sia stato commissionato volutamente da Taylor in risposta ai libro di Ian Halperin (Fire And Rain: The James Taylor Story), tesi che per altro sembrerebbe venir smentita dal fatto che nel web site ufficiale di Taylor il libro di Halperin è in vendita al fianco di quello di White.
In ogni caso la documentazione di White è davvero sorprendente: la storia della famiglia Taylor inizia addirittura nel XVII secolo e ci vogliono parecchie pagine prima di giungere alla figura di James. Anche qui, vi sono testimonianze dirette dei famigliari, delle mogli e degli amici. Il tutto è però, rispetto all’opera di Halperin, assai più ficcante, preciso e coinvolgente.
Ogni notizia, informazione e dichiarazione è verificata: addirittura viene svelato per la prima volta il nome completo di quella Suzanne la cui tragica fine è stata l’ispirazione primaria di Fire And Rain.
L’approccio quasi enciclopedico di Timothy White cresce con lo scorrere delle pagine e farà la gioia di quanti abbiano a cuore dati e date. Un po’ meno felici sono coloro che da un lavoro accuratissimo e quasi maniacale (basta vedere le oltre 50 pagine di appendice di Long Ago And Far Away…, tra citazioni di fonti e discografie varie) si aspettavano anche un’analisi più intrigante del personaggio Taylor.
Che, però, a pensarci bene, per certi versi potrebbe essere inutile. Almeno se si è d’accordo con Ivano Fossati che una volta facendogli un complimento ha detto che “James Taylor assomiglia alla sua musica”. Ma soprattutto se si è d’accordo con lo stesso James che ha sempre suggerito a chi gli faceva domande troppo personali di ascoltare con attenzione le sue canzoni.
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 77, 2001