“On the road again, just can’t wait to get on the road again, the life I love is making music with my friend ..”. Sembra proprio che Willie Nelson ami fare musica con gli amici. Infatti al suo fianco all’Arena Theatre di Houston troviamo i suoi compagni di sempre: la sorella Bobbie al pianoforte, Bee Spears al basso semiacustico, Paul English al rullante, Billy English, fratello di Paul, alle percussioni e Jody Payne alla chitarra elettroacustica e voce.
Il buon Willie è assente da almeno un anno dalla scena di Houston, anche se ha fatto altre apparizioni in zona (memorabile il ‘Willie Nelson Picnic Party’ del 4 luglio scorso a Luckenbach).
La città, tempestata da record di giocatori di baseball più o meno dopati ha forse bisogno di qualcosa di genuino e vero, cosí il tutto esaurito è d’obbligo, anche se i giornali non hanno enfatizzato più di tanto l’evento, essendo Willie considerato ancora un ‘Outlaw’. Pero’ c’è la TV, ed il concerto viene trasmesso in diretta su un canale via cavo.
L’Arena Theatre ha un palco circolare semirotante al centro della sala, ed è il luogo adatto per i concerti acustici o quasi, in quanto il più lontano dei 2.700 spettatori non si trova a più di 20 metri di distanza dal palco.
Per arrivare a raggiungere il palco al centro bisogna passare in mezzo alla folla, e quando Willie (jeans e canottiera neri, scarpe da tennis), compare tra la folla, è subito tripudio.
Willie non perde tempo, attacca subito con Whiskey River e Good Hearted Woman, quasi senza interruzioni prosegue per 70 minuti con Time Sleeps Away, Crazy, Listen To The Blues, Workin’ Man Blues, Help Me Make It Trough The Night, Me & Bobby McGee, Loving You Was Easier, Fast Train In Georgia, Blue Eyes Crying In The Rain, Georgia In My Mind, All Of Me, Sometime I Wonder, My Heroes Have Always Been Cowboys, Mammas Donft Let You Babies Grow Up To Be Cowboys, Angel Flying Too Close To The Ground, On The Road Again, Always On My Mind, Will The Circle, Amazing Grace, Uncloudy Day.
Willie è in forma, dialoga a gesti con il pubblico mentre suona, la band è afflatatissima ed il sound perfetto, spicca su tutti l’inconfondibile suono della ‘Trigger’, una vecchia Martin classica amplificata.
Dopo questa overdose di successi Willie presenta il suo ultimo CD Teatro, accolto dalla stampa specializzata di Houston come il migliore dai tempi di Spirit del ’93. Dal nuovo album vengono eseguiti: I Never Cared For You, Everywhere I Go, These Lonely Nights, Somebody Pick Up My Pieces. Quando pensi che siano stati eseguiti tutti i più grandi successi, ne arrivano ancora, e allora ti accorgi di quanto sia grande Willie.
La carrellata dei successi continua con Seven Spanish Angels, City Of New Orleans, To All The Girls I Loved Before, Let’s Go To Luckenbach, Whiskey River (nuovamente!), Still Movin’ Me. Per movimentare la serata, come se ce ne fosse bisogno, si inventa bluesman con I Woke Up This Morning nella quale suona una vecchia Gibson.
Già a luglio lo avevamo visto esibirsi a Luckenbach con la Willie Nelson Blues Band qualche ora prima della apparizione ufficiale con la propria band.
Le ultime 4 canzoni sono la ciliegina sulla torta: Pancho & Lefty, eseguita con un’intensità emotiva indescrivibile, Till I Gain Control Again (ricordiamo il film Honeysuckle Rose con Willie & Family come protagonisti, trasmesso anche in TV in Italia, ovviamente alle 3 di notte), Son Of The Gun (tutto il pubblico è già in piedi a cantare), I Saw The Light, apoteosi finale.
Willie esce dall’Arena vittorioso, scortato da 3 poliziotti, stringendo mani e firmando autografi. Il resto della band viene compostamente assalita sul palco dai fan a caccia delle bacchette del batterista, plettri e tutto qunto possa ricordare questa serata memorabile. Per onore di cronaca riferiamo che la serata era stata aperta da Richard Hailey & The Neon Stars, band di San Antonio. Tra cover ed originali la band texana ha mostrato di saper spaziare dal country tradizionale al western swing, con puntate zydeco. Torneremo prossimamente a parlare di questa band del quale è appena uscito il CD Everything From Texas.
Fabrizio Bolondi, fonte Country Store n. 44, 1998