Charlie Musselwhite, cinquanta anni compiuti il 31 Gennaio scorso, celebra con questo disco —il suo sedicesimo — anche trent’anni di onorata carriera. Musselwhite e’ un blues-man, non è il John Mayall americano. D’accordo, i primi tre dischi Vanguard della metà dei Sixties erano destinati ad una platea rock, da stimolare con un ‘crossover’ adeguato, ma già dal successivo disco per la Paramount le cose hanno cominciato a prendere una piega più consistente.
Oggi, anche se mi infastidisce sempre un poco stilare queste classifiche assolutistiche, l’uomo è tra i migliori armonicisti in circolazione, di non importa quale colore. Ha sensibilità — come si dice — da vendere, ha la voce, è abilissimo anche alla chitarra: padroneggia indubbiamente l’idioma. In My Time è un disco eccellente, fatto di tre momenti ben distinti. Quattro brani sono eseguiti da Charlie alla chitarra — elettrica od acustica — che viene però raggiunto in due dalle splendide voci dei Blind Boys of Alabama.
In altri sei brani il Charlie armonicista è accompagnato da una super band che vede in azione Junior Watson, chitarrista extraordinaire, Larry Taylor al basso, Gene Taylor al pianoforte e Steve Hodges alla batteria.
Nei rimanenti sei pezzi — sempre armonica driven — interviene la road band attuale, ossia il bravo chitarrista Andrew ‘Junior Boy’ Jones più sezione ritmica. Questi tre momenti hanno comunque un denominatore comune: sono splendidi. Vero blues da un vero artista. Mi convince poco soltanto lo strumentale Revelation, il solito brano un po’ fuori tema che Charlie — evidentemente è un suo pallino — riesce spesso ad infilare in un disco. Poco male, In My Time rimane prova superba.
Alligator ALCD 4818 (Blues, 1993)
Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 3, 1994