Charlie Rich

Nato il 14 dicembre 1932 a Forrest City, Arkansas, Charlie cresce nella vicina Colt, nella piantagione di cotone della famiglia, ascoltando musica gospel, blues e country. Ai tempi della high school però la sua passione è il jazz, soprattutto quello di Stan Kenton, tanto da venire chiamato ‘Kenton’ dai compagni con i quali suona piano e sax tenore. Dopo aver studiato musica per un semestre all’Università dell’Arkansas, inizia il servizio militare in Aviazione a Enid, Oklahoma, e nel 1952 sposa Margaret Ann Greene. Con la moglie come vocalist ed alcuni amici forma i Velvetones che si esibiscono regolarmente, nello stile dei Four Freshmen, nei night nei fine settimana.

A metà degli anni ’50, terminata la ferma, si stabilisce nei pressi di Forrest City dove coltiva cotone, pur continuando a praticare la musica esibendosi regolarmente nell’area di Memphis. Nel 1957, grazie ad alcuni nastri di prova inviati dalla moglie a Bill Justis, direttore musicale della Sun Records, diventa musicista sessionman ed autore per l’etichetta. Il suo stile era troppo sofisticato per il ruvido rockabilly realizzato dalla Sun ma l’eclettico musicista non ci mette molto ad entrare nello spirito del rock e nell’agosto del 1958 Jerry Lee Lewis registra i suoi ottimi Break Up e I’ll make it all up to you. Nello stesso mese Rich registra il suo primo singolo, Whirlwind/ Philadelphia Baby, che appare su Phillips International, un’etichetta approntata dal boss Sam Phillips per pubblicare materiale più pop. Il successo arriva a fine anno con Lonely Weekends, n. 22 nella classifica di Billboard nell’aprile 1960, dove si evidenzia la bella voce baritonale di Rich che spesso si avvicina a quella di Elvis, tanto che un suo duetto del 1959 con Jerry Lee Lewis rimasto inedito, Am I to be the one, nei ’70 verrà pubblicato lasciando intendere che sia un inedito di Elvis.

Fino al 1962 continua a pubblicare svariati singoli, tra i quali uno su Sun con lo pseudonimo Bobby Sheridan, ed un album, tutti senza particolari risultati commerciali. Nel 1964 pubblica un album per la Groove/RCA ed ottiene un certo successo col singolo Big Boss Man. Contrassegnato dal buon risultato del singolo Mohair Sam, n. 21 Pop nell’ottobre del 1965, il nuovo rapporto con la Smash si concretizza nel 1966 con due felici album che segnano forse il punto più alto della sua produzione discografica, con una serie di ottimi brani, cantati ed arrangiati in modo eccellente, che però hanno poco riscontro commerciale. Dopo del country pubblicato nel 1967 dalla piccola Hi di Memphis, che passa inosservato, nel 1968 si lega alla Epic. Qui il produttore Billy Sherrill, col quale aveva già lavorato ai tempi della Sun, gestisce il passaggio ad un country metropolitano, etichettato ‘countrypolitan’, che porta Rich al grande successo di classifica, sebbene ciò significhi anche sacrificare la qualità dei contenuti. Set Me Free e Raggedy Ann (1968), Life’s Little Ups and Downs (1969), July 12th,1939 (1970) e Behind Closed Doors (1973) sono i titoli che spingono l’artista verso il suo unico n. 1 Pop, nell’ottobre 1973, The Most Beautiful Girl, con due milioni di copie vendute.

Fra il 1974 ed il 1975 la ‘Silver Fox’, come viene etichettato per la candida chioma, ottiene ancora buone presenze nelle classifiche, sia su Epic che su RCA, che riedita i titoli del 1964, e riceve numerosi riconoscimenti, Billboard Awards, Grammy Awards, dischi d’oro e di platino, CMA Awards, ecc. Ma l’artista non riesce a sostenere lo stress della popolarità e problemi depressivi, dovuti anche al consumo smodato di alcol, segnano il progressivo calo professionale che non si interrompe neanche col passaggio alle etichette United Artists (1978/79) ed Elektra (1980).

Ritiratosi dalle scene per tutti gli anni ’80, è solo nel 1992 che, grazie all’intervento dello scrittore Peter Guralnick, biografo di Elvis e grande estimatore di Rich, l’artista torna in sala di registrazione per realizzare, senza costrizioni commerciali di sorta, Picture and Paintings, un album nel quale esprime il suo meglio di tutte quelle influenze jazz, blues, soul, R&B e country che hanno contribuito alla sua musica. Il disco rimane un vero e proprio testamento di Rich in quanto il 25 luglio 1995 muore improvvisamente in un hotel di Hammond, Louisiana, mentre è in viaggio da Memphis alla Florida.

Augusto Morini, fonte Jamboree n. 45, 2004

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