Nelle note interne della copertina di Trouble In Mind…, una scritta dice che nella musica di Doc Watson nessuna influenza è più prevalente che il blues. Possiamo anche non essere d’accordo sulla perentorietà di questa affermazione, ma la musica blues ha avuto senz’altro un forte ascendente nella formazione di questo artista. Parlare di Arthel ‘Doc’ Watson, del suo flat-picking, della sua lunga carriera artistica, della sua musica eclettica e mai scontata, di come ha influenzato generazioni di musicisti acustici, è superfluo: lui è un grande personaggio, sul quale non si può discutere.
Trouble In Mind… ci presenta una raccolta di brani già registrati dal 1964 al 1998 in suoi dieci precedenti lavori, brani che hanno come denominatore comune in modo più o meno evidente la sonorità blues o meglio ancora country-blues. E c’è da dire che se anche incisi in un arco di tempo molto ampio, 34 anni, sono molto omogenei tra di loro. Troviamo pezzi noti come Country Blues, Little Sadie o come una minimalista ed essenziale Sitting On Top Of The World ed altri più nascosti, eseguiti da solista alla chitarra e voce e a volte al banjo o all’armonica dallo stesso Doc o con il figlio Merle.
La Sugar Hill aveva già pubblicato nel 2000 un’altra raccolta di Doc Watson ricavata dal proprio catalogo e da quello della Vanguard (Foundation, Guitar Instrumental Collection), ed anche questo lavoro, simile pure nella copertina, sa un pochino di operazione commerciale: comunque ben venga, se permette di far conoscere questo artista ad altri ascoltatori. Visto quindi come raccolta di cose già stampate possiamo definirlo un disco forse superfluo, ma tuttavia risulta una pregevole e gradevolissima retrospettiva tematica, che ci permette di gustare in un colpo solo questa particolare sfumatura della sua bravura e del suo genio.
Sugar Hill 3966 (Country Blues, Piedmont Blues, Swing Acustico, Old Time Music, 2003)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 68, 2003
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