Fish Heads & Rice – 4 Heads cover album

Le teste di pesce con il riso erano il piatto ‘preferito’ delle popolazioni povere del sud degli States, non solo per la popolazione nera che viveva lungo il percorso del Mississippi.
Oggi questo piatto non è più di moda, ma una band americana porta questo nome per riagganciarsi ad un patrimonio culturale che, se non sarà certo ricordato per le tradizioni culinarie, rimarrà celebre per essere stato l’epicentro della ‘roots-music’ di matrice nera.
Al rhythm & blues, al rock & roll ed al blues nelle più autentiche forme ci riporta 4 Heads di questa band del Tenneessee che ha esordito all’inizio degli anni Novanta con Certified. Passati stranamente inosservati in un’epoca di ‘roots-music revival’ la band di Gary Talley – ex-chitarrista dei Box Tops e session-man insigne in Memphis di Walter Ferguson – già tastierista con John Fred’s Playboy Band nel periodo di Judy In Disguise – e di due giovani di Nashville che costituivano la ritmica della band di Russell Smith, David James, basso e voce, e Stuart Brower, batteria, avrebbe meritato miglior fortuna.

Ma, grazie alle loro apparizioni live in Europa – chi li ha visti dal vivo sa cosa intendo – si sono ripresi quel che è stato loro tolto e sono diventati oggetto di culto non solo per gli appassionati del rhythm’n’blues sound legato alle tradizioni musicali di Memphis.
Il loro primo album, soprattutto nella rara edizione con le ‘teste di pesce’ è molto appetito dai collezionisti che hanno tardivamente scoperto le qualità di una band che ha decisamente pochi uguali sulla scena internazionale. Lo certifica anche il loro secondo album, 4 Heads che ripropone un gruppo che sembra trovarsi in un autentico ‘stato di grazia’.

Il tutto per offrirci ‘un piatto’ dai sapori antichi che chi conosce la cucina del ‘Muscle Shoals’, dove hanno lavorato i migliori chef della cucina r&b e soul della southern-area, dovrebbe apprezzare. La ricetta è antica e gli ingredienti semplici e genuini, una chitarra che sembra uscita dalle sessions dei Sixties – grazie Gary per il centrato ed elegante lavoro non solo nella nostalgica Cry Like A Baby – l’organo Hammond che giganteggia ovunque e la voce che, grazie a David James, torna ad essere il principale strumento per chi interpreta soul e r&b.
Con questi presupposti e grazie ad un repertorio originale – unica eccezione i due brani firmati dalla coppia Russell Smith e Gary Nicholson (un autore di Memphis da scoprire!) dove sembrano rileggere rhytmn’n blues e blues in chiave Amazing Rhythm Aces – i Fish Heads & Rice ripropongono un sound come non ascoltavamo dalla fine dei Sixties nelle migliori produzioni Stax e Capricorn.

Soul-ballads immortali come Lie To Me, She’s My Girl, dove troviamo, come in altri brani, una superba sezione di fiati, sono maestosi pezzi che riportano alla memoria Otis in persona. Sia che i brani si tingano di rock o di blues, la voce di David James, esaltata dal più puro Memphis-feeling degli strumentisti, giganteggia in un album che lo segnala come uno dei più interessanti vocalist degli anni ’90. Paragonato in passato ad un Cocker giovane, per il soul feeling e la timbrica simile, oltre alla grinta, David sembra più duttile e dotato di una maggior sensibilità espressiva. Ascoltatelo nella toccante The Road To Recovery, uno dei tanti brani di 4 Heads che porta la sua firma, o in Arms Of Love, romantica ballad per voce e piano scritta da Ferguson che chiude l’album in bellezza, per capire che non esagero.

In un’epoca dove nell’ambito musicale si fa culto del vuoto ben confezionato e privo di valori, un lavoro come questo spicca per qualità e spessore artistico. Ancora una volta le ricette più semplici, se ben cucinate e con ingredienti genuini, sono ‘i piatti’ migliori. Assaggiare per credere!

Appaloosa AP 99-2 (Rhythm & Blues, Roots Rock, 1994)

Luigi Busato, fonte Out Of Time n. 2, 1994

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