Rock This House è lo straordinario e postumo regalo per i fans di questo chitarrista di Los Angeles scomparso nel 1986 all’età di trentadue anni, mancando di poco la possibilità di diventare leggendario.
Michael Mann, conosciuto negli ambienti blues come Hollywood Fats, inizia a suonare la chitarra all’età di dieci anni e, prima di arrivare ai sedici, aveva già avuto la possibilità di suonare con tutti i grandi del blues di passaggio a Los Angeles e girare gli States con i gruppi di J.B. Hutto. Albert King, John Lee Hooker e Muddy Waters.
Solo nella seconda metà degli anni Settanta ha la possibilità di fermarsi nella sua città natale per formare una band di grande caratura con il pianista Fred Kaplan ed il cantante-armonicista Al Blake.
Inizia così la breve ed intensa storia della Hollywood Fats Band che, qualche anno più tardi, nel 1979, registrerà Rock This House con quella che era considerata la miglior sezione ritmica sulla scena californiana in quel periodo, Larry Taylor e Richard Innes. Questo storico e rarissimo disco rivede finalmente la luce con tre brani inediti di quelle sessions, proprio grazie all’ex Canned Heat che lo ha ceduto a questa label australiana prima ed alla Black Top poi per il mercato americano.
Rock This House è un’ulteriore testimonianza della classe di questo straordinario ed eclettico chitarrista, gran conoscitore del linguaggio blues, dai più svariati stili del country-blues acustico prebellico alle più moderne forme espressive del blues elettrico post-bellico.
Bluesologo e profondo conoscitore della musica da lui suonata, Hollywood Fats – il soprannome gli è stato affibiato da Buddy Guy – conferma anche in questa occasione quanto sia stata grande la sua perdita per il popolo del blues.
Il suo nome e le sue bands vengono giustamente accostate a leggendarie formazioni bianche come i Fabolous Thunderbird, Stevie Ray Vaughan ed i Roomfull of Blues con Duke Robillard, ma io terrei a sottolineare non solo le sue doti di chitarrista ed il valore dei suoi partners nei primi anni Ottanta, ma anche il suo spirito blues vicino a quello di Mike Bloomfield e del mai abbastanza compianto Alan Wilson.
Proprio a queste due figure leggendarie si puo accostare la personalità del chitarrista bianco che era un bluesman prima che un virtuoso della chitarra, un appassionato ricercatore prima di una possibile star venuta a risplendere nell’infinito del cielo blues nel momento storico più difficile e sfortunato per questo genere musicale.
Opere come Rock This House, testimoniano la genuinità del personaggio. Ascoltate con quale gusto e fantasia rilegge í classici del blues, solo i Canned Heat dí un decennio prima erano in grado dí farli propri con tanta originalità e passion.
Non maggior stupore desta l’ampiezza delle sue conoscenze nel ripresentare brani oscuri e dimenticati che portano alla memoria lo spirito più autentico e genuino dí questa musica.
Ma Hollywood Fats presenta anche qualche brano originale che sembra avere lo stesso spessore e lo stesso gusto dei più dimenticati traditionals che questo gruppo riarrangía con trasparente partecipazione emotiva e spirito rigoroso.
Se una blues-band dí oggi esordisse con un album come questo, molti critici griderebbero al miracolo e le majors sicuramente trascurerebbero questo gigante del blues dal fisico sgraziato ma artista geniale, strumentista sopraffino e bluesologo insigne.
La sua chitarra, lucida ed essenziale come poche, merita di essere conosciuta, cosi come la personalità di un genio della chitarra capace di apparire in una formazione dove riesce ad essere un prim’attore senza voler rubare la scena a nessuno, in poche parole primo tra uguali. Virtù più unica che rara. Riposi in pace!
AIM 1035 (Roots Rock, Blues, 1993)
Luigi Busato, fonte Out Of Time n. 1, 1993