Jim Eanes

Nonostante quella sera si sia ascoltata tanta buona musica non possiamo considerarlo come uno dei concerti più riusciti della nostra Associazione. Ci duole ammetterlo: avevamo svolto tutte quelle faccende promozionali che ci hanno sempre (o quasi) garantito un’affluenza sufficiente a coprire i costi, ma questa volta è andata male.
Vuoi per il vicino concerto di Lynn Morris, vuoi per chissà cos’altro (abbiamo naturalmente riflettuto  bene sul caso, ne abbiamo tratto anche delle conclusioni e, forse, ne abbiamo anche individuato le cause, ma non è questa l’occasione giusta per parlarne…). E come se non bastasse anche l’amplificazione non è sempre stata all’altezza.
Tutto ciò non ha comunque impedito al pubblico giunto al San Giuseppe di divertirsi e di gustarsi  uno dei maestri della prima generazione (anche se spesso è il calore del numeroso pubblico a determinare la riuscita di una serata o no?).
Jim Eanes ha girato la vecchia Europa innumerevoli volte e questa tourneè lo vedeva passare vicino casa nostra, sarebbe stato un peccato non invitarlo. Oltre a Tex Logan era il primo personaggio  storico a varcare il nostro confine, e questo può già giustificare lo sforzo della BCMAI.

In attività dagli anni ’30, componente dei Foggy  Mountain Boys di Lester Flatt Earl Scruggs, è stato uno dei più prolifici autori di bluegrass songs: Baby Blues Eyes, I Wouldn’t Change If I Could, Your Old Standby, Missing In Action, I Cried Again sono solo alcune delle sue numerosissime perle. Ha inciso per la Decca Records verso la fine dello stesso decennio. Ora ha circa 70 anni e probabilmente chi ha assistito al suo concerto sarà tra i pochi a poter dire ‘io c’ero…’.
Certo dalla sua apparente condizione di salute ci pare possa andare avanti ancora a lungo, ma chissà. Grinta e voce sicuramente non mancavano, e nemmeno le sue vecchie dita – ormai andate quasi definitivamente – hanno ostacolato  granchè il ‘crooner’ del bluegrass nel farsi apprezzare ancora una volta. Ha ancora quella voce più-vicina-a-Nashville-che-al-Kentucky che in passato voleva utilizzare per conquistare sia il pubblico bluegrass che quello country (in fondo, pur con una strumentazione prettamente bluegrass, Jim Eanes altro non è stato che un classico cantante-autore di country music).

Nei primi ’70 ha cominciato ad attraversare  l’oceano con una certa frequenza, e in Germania e Olanda oggi è stato piuttosto famoso. In questo tour era accompagnato da Jens Kruger al banjo, da Lody Van Vlodrop al mandolino e fiddle, e da Kerstin Vlodrop al contrabbasso.
Di Kruger avevo sentito parlare un gran bene, ‘un banjoista  bravissimo, che riesce a suonare qualsiasi cosa, il tradizionale, il progressivo, e se volesse anche il Rap’: è vero, confermo.
Riusciva a rimanere tradizionale pur infilandoci licks e soluzioni che sarebbero sembrate fuori luogo in quel contesto. Il contrabbasso era preciso  e funzionale. Poco presente, quasi mai incisivo, mi è sembrato Lody Van Vlodrop, un vero peccato perché ha meritata fama di essere uno dei migliori musicisti europei.
La serata è stata aperta dai romani New Country Kitchen. Era la prima volta che si facevano ascoltare da queste parti e la loro performance, seppur breve, ci ha convinto a invitarli anche al Festival.

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 17, 1992

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