Alcune premesse. Jim Mills è stato per tre anni consecutivi (1999-2000-2001) miglior banjoista per l’International Bluegrass Music Association. Il suo precedente disco solista (Bound To Ride) è stato il miglior album strumentale nel 1999 sempre per la IBMA. Suona con i Kentucky Thunder, la band di Ricky Skaggs, dopo aver militato nei Quicksilver di Doyle Lawson.
Con queste premesse, se amate il banjo ed il bluegrass tradizionale, il nuovissimo disco di Jim Mills, My Dixie Home deve essere acquistato ad occhi chiusi, senza paura di delusioni. E poi, basta vedere gli amici che lo accompagnano, una band davvero stellare: Barry Bales al basso, Stuart Duncan al fiddle, Adam Steffey al mandolino (gli stessi del suo disco precedente), con in più Dan Timinsky alla chitarra e voce e la partecipazione di Ricky Skaggs, Tim O’Brien e Paul Brewster nei pezzi cantati.
Oculata la scelta dei pezzi, all’insegna della velocità e del gusto, tutti legati dal suono sempre perfetto, pulito, grintoso, caldo ed elegante del suo banjo. Dovendo fare una scelta, il pezzo migliore è Country Blues del banjoista old-time Doc Boggs con la splendida voce dell’eclettico Tim O’Brien.
Altri brani sono un tributo ai suoi eroi citati nelle note di copertina: J. D. Crowe con Black Jack, Sonny Osborne con Sledd Ridin’, Earl Scruggs con Mama Blues (nel medley Take The D Train) ed infine Ralph Stanley con Little At A Time.
Molto particolare è l’ultimo pezzo, con Jim Mills alla chitarra suonata nel thumb-style tipico di Merle Travis, accompagnato solo dal fiddle: un finale lento, malinconico seppure swingato, senz’altro inatteso, ma piacevolissimo in un disco così veloce.
Un acquisto da fare ad occhi chiusi, sperando non dover attendere altri quattro anni per vedere il suo faccione sempre sorridente (è soprannominato Smilin’ Jim) sulla copertina di un disco.
Sugar Hill 3951 (Bluegrass Tradizionale, 2002)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 66, 2003
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