Joe Ely

II pomeriggio passa, tra l’incontro con la Joe Ely Band presso l’hotel e il check di circa 1 ora. Service ottimo, impianto in regola, mixer e luci OK!
Sono le 22.00 e si attende l’arrivo di Steve Young. Ha fatto un viaggio di oltre 10 ore per venire qui, dalla Germania.
Lo accompagnano due coniugi ed amici che lo seguono quasi ovunque in Europa. Sono le 22’30 e il ‘loner’ sale sul palco. Steve è “forse uno degli ultimi interpreti di una tradizione alquanto rara” che fa capo a quella corrente cantautorale texana che ha segnato un’epoca.

Young ci regala una manciata di songs dal sapore arido che solo lui sa interpretare: è forse quella disinvolta intensità che lo ha reso grande. Spicca, tra i pochi brani che suona, la recente Angels Of Lyon scritta con l’amico Tom Russell. Sono circa le 23:00 ed è la volta di Joe Ely. Inizia alla grande: il sound potente del gruppo riempe la sala delle note di Pins And Needles, un rock-blues coi fiocchi tirato all’esasperazione. Come seconda prova propone Are You Listening Lucky, la song che dà inizio alle danze elettriche di Live At Liberty Lunch. Il preparato Grissom e il solitario McLarty tengono alta la potenza penetrante del suono. Questo è sicuramente Rock ad alto livello. Veloce cambio di chitarra e con l’acustica Ely è pronto a suonare If You Were A Bluebird, lunga e malinconica ballata scritta dall’amico Butch Hancock (Joe e Butch la cantano assieme nel CD live di Ely).

Con Row Of Dominoes ritorna la potenza ‘distruttiva’ iniziale. A tratti le note hanno il sapore del Mexico ed il pubblico si infiamma. Davis McLarty (il drummer), dà sicuramente un impulso decisivo al sound. L’assolo di Grissom è ammirevole. Il concerto si snoda comunque attorno alla produzione di Joe Ely ma soprattutto è da notare il richiamo all’esperienza positiva di Live At Liberty Lunch, il grande album live del nostro beniamino. Il concerto prosegue intensamente con la voce di Joe in primo piano, gli assoli grandiosi di Grissom ed il buon lavoro di supporto di McLarty e di Fukunaga. Il rapporto di Joe con il pubblico è caldo perché lui è un trascinatore ed il Rock’n’Roll che propone non fa altro che infiammare gli animi. Tra le altre songs proposte dalla band spicca senza dubbio Letter To L.A. intensa e provocante; il mito della ‘strada’ trova in questa track l’humus per emergere ancora una volta.
L’assolo di Grissom è lungo e potente ma si vorrebbe non finisse più. Gli applausi sono interminabili. Tra le altre propone anche una song di Robert Earl Keen, Whenever Kindness Fails.

In definitiva un grande concerto. I due bis richiesti a suon di applausi e fischi rendono giustizia alla musica di un genuino rocker e del suo formidabile gruppo.
All’amarezza dello scarso afflusso di persone al suo tour, si contrappone la straordinaria bravura di un singer songwriter texano che non ha mai avuto il successo che forse avrebbe meritato, per l’incapacità della label di promuoverlo, o forse perchè Joe Ely non si è mai voluto piegare ed ha voluto sempre suonare la sua musica, senza comprommessi. A noi piace cosi e Love And Danger, sua ultima fatica discografica del ’92, rappresenta un’altra prova positiva.

Claudio Cacchi, fonte Out Of Time n. 1, 1993

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