Sedici anni separano questo The Return Of Honk dall’ultima occasione che ha visto Joe Huston protagonista di una registrazione. I suoi compagni di viaggio non hanno bisogno di molte presentazioni: Otis Grand, americano ormai da molti anni residente in Gran Bretagna, votato miglior chitarrista blues in Inghilterra nel 1990 e 1991, leader di una delle migliori big band attive in Europa; ‘English Sax Supremo’ così gli inglesi amano definire il loro Ray Gelato, che ormai gode di una grande fama nel riproporre la sua musica saldamente ancorata allo swing.
Riscoperto casualmente dal noto manager blues tedesco Rolf Schubert a New Orleans, Joe Huston vanta un credito impressionante; cito tra gli altri Ray Charles, Amos Milburn, Big Joe Turner, Lightnin Hopkins, mettendo il suo sax a servizio in centinaia di sessions per etichette grandi e piccole.
Otis Grand, produttore ed arrangiatore della registrazione di The Return Of Honk, ha riunito un solido gruppo che schiera il sax della sua band, Peter Beck, il pianista Dave Rowbarry e Steve Diamond, Dave Priseman alla tromba, Chico Lopez al basso, Neil Gouvin (Roomful Of Blues) alla batteria.
Con una simile line-up, il risultato non poteva certo deludere. La musica è brillante, sanguigna, scoppiettante, la sezione fiati pare un inarrestabile treno in corsa con gli assoli che si inseguono senza sosta, un invito per chi ama le big band nere degli anni ’40, per chi ha amato i Roomful Of Blues e Mich Woods And Rocket 88.
Tra l’altro Joe Huston è dotato di una buona voce che, naturalmente senza essere quella di Big Joe Turner, riesce ad alzare ulteriormente la temperatura già incandescente della session.
Intenzione dichiarata del produttore è quella di realizzare una registrazione di puro r&b evitando le contaminazioni che vedono un veterano di questo genere alle prese con il jazz.
JSP CD 251 (Blues, 1994)
Umberto Tonello, fonte Out Of Time n. 4, 1994