Lee Clayton - Lee Clayton cover album

Torniamo indietro nel tempo, per la ristampa del primo album di Lee Clayton, fino al lontano 1973, periodo fondamentale per lo sviluppo di un genere musicale, quello al confine tra il cantautorato rock e il movimento country degli ‘outlaws’, che ebbe nel nostro eroe uno dei principali esponenti.
Questo album è stato, tra l’altro, quello di più difficile reperibilità tra tutti i lavori di Lee e così, oltre a coprire una grave lacuna, possiamo ora ritrovare, in digitale, una manciata di ottime canzoni ed almeno due di valore assoluto. Ricordo infatti che la celebre Ladies Love Outlaws, portata al successo da decine di artisti country e non, apparve per la prima volta proprio su questo album e, affiancata da una Carnival Ballon che definire ‘da brividi’ è poco, mi spinge realmente a consigliarvi l’acquisto a ‘guscio sigillato’.
Per dovere di cronaca è doveroso sottolineare che, per tutti coloro che conoscessero questo artista grazie al suo ultimo sforzo per la Provogue o per la precedente ristampa di Border Affair\Naked Child, la musica che vi troverete ad ascoltare è leggermele diversa; infatti se le coordinate sulle quali si sviluppano le celebri ballate di Lee sono le stesse, l’impianto musicale è qui molto più countryeggiante e, come dicono gli americani, “laid-back”.

In effetti ciò che aveva portato Clayton ad essere definito artista ‘alternativo’ dalla stampa dell’epoca, rivestire cioè le sue canzoni con suoni particolarmente rock grazie soprattutto al celebre chitarrismo di P. Donnelly, viene in questo album omonimo a perdere di valore dato che, seguito da alcuni tra i migliori session-men Nashvilliani, si presenta all’esordio con un sound molto più classico e lineare. Leggendo poi nelle note i ringraziamenti a personaggi come Waylon, Kristofferson, B.J. Shaver e Bobby Bare si afferra immediatamente che la futura atipicità del nostro deve ancora completamente verificarsi e, sinceramente, pur riconoscendo l’immensa validità dei suoi dischi seguenti, questo che ci troviamo ad ascoltare non perde sicuramente il confronto.
E’ certo che, per questo ex pilota di jet del Tennessee, a cui il destino non ha sicuramente regalato molta fortuna, il presentarsi all’esordio con un’opera già così matura non deve aver spianato la strada poiché, anche rapportandosi alle non strabilianti vendite di questo disco, decise di proseguire la carriera affidandosi ad arrangiamenti parecchio diversi e, a dire il vero, non sempre azzeccati. Un musicista che, con 6 album alle spalle (compreso il live inciso in Norvegia con un gruppo locale come spalla), ha lasciato dietro sé una traccia di grande valore artistico e, benché come molti altri che gli fanno compagnia su queste pagine non sia diventato una super-star , mi sembra giusto ricordare che perfino Bono (U2) ha incluso il nostro Lee nella lista dei suoi cantanti preferiti di sempre…

Edsel EDCD 475 (Singer Songwriter, 1996)

Paolo Liborio, fonte Out Of Time n. 15, 1996

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