Bnds come i Lucky 7 riempiono il cuore: non perché costituiscono delle novità in grado di sconvolgere il sistema, ma perché in possesso di virtù ormai rare, quali la spontaneità e l’amore autentico per la musica.
I riferimenti e le influenze non si contano neppure: la sola foto che li ritrae all’interno del libretto è già un programma, rimandando, non so quanto involontariamente, ai Blasters.
I primi ascolti di One Way Track poi, appaiono un tributo alla scena musicale di New Orleans ed alle cantine sparse sul confine fra Texas e Messico. Lo spirito di DeVille, di Chenier, padre o figlio e Joe Ely aleggiano pesanti sulle menti e le braccia dei nostri indomiti.
Eppure, nonostante il prodotto si riveli così palesemente derivativo, One Way Track (3° album della band) suona quanto mai sincero, fresco e ‘fumante’ (nel senso dei locali cui rimanda). Per questo gruppi di tal fatta sono da accogliere a braccia aperte: perché si sente il bisogno anche di musica “just for fun”.
Verrebbe da dire: “It’s only rock’n’roll, but I like it”, ma i sapori cajun sono troppo forti per una simile perentoria affermazione. Il significato è comunque il medesimo. Quanto alla band, a fronte di una sezione ritmica eccellente (Joe Geary, batteria, Boris Kimberg, percussioni, e Joe D’Astolfo, basso) emerge il fraseggio lucido e preciso, mai sopra le righe, di Billy Roues alla chitarra e la presenza ‘devastante’ di Kenny Margolis (ex DeVille band) all’accordion, impegnato anche alle parti vocali insieme a Roues.
Impreziosiscono il lavoro gli interventi, in qualità di ospiti, di Steven ‘Muddy’ Roues all’armonica e di Tony ‘Scams’ Salimbene Jr. al sax. I brani proposti offrono due covers di prestigio: Ai Yi Yi (Clifton Chenier) e Half A Boy Half A Man (Nick Lowe).
Per gli amanti del border, in tutti i sensi, album imperdibile.
Deluge DEL D 3008 (Cajun, 1994)
Luca Marconi, fonte Out Of Time n. 6, 1994
Ascolta l’album ora