I Meters sono orgogliosi della loro storia e con Live At The Moonwalker non si può fare a meno di notarlo, anche dai particolari: la band si autopresenta pressochè ad ogni brano, e nel booklet del CD è compresa una lista di tutti i locali di New Orleans (cartine comprese!) e delle principali feste della Big Easy. L’aggettivo ‘leggendari’ legato al loro nome nell’intestazione di questo disco non è immeritato: i membri della band sono in giro da oltre trent’anni ed i loro destini si sono spesso incrociati con i fratelli più famosi di New Orleans, dato che Art e Cyril Neville facevano parte della formazione originaria.
La loro discografia è parecchio nutrita, così come la loro carriera di sessionmen. Dei primi Meters in questo Live sono rimasti soltanto il chitarrista Leo Nocentelli ed il bassista George Porter Jr. ma in compenso si sono aggiunti per l’occasione i J.B. Horns (dove J.B. sta per James Brown).
Live At The Moonwalker cattura un’esibizione dal vivo del ’91 in Svizzera, al Moonwalker di Aarburg. Il suono dei due gruppi è compatto come se suonassero insieme da anni, e le esecuzioni dei brani sono lunghe e dilatate per concedere spazio a lunghi assoli, come ad esempio nella canzone più classica dei Meters Fiyou On The Bayou, sorretta dalla stupenda chitarra di Nocentelli, coadiuvata dal sax di Maceo Parker. O come nel tributo a Marvine Gaye, Let’s Get It On, dove a tessere le trame della melodia sono i fiati. Ancora in Children’s World, che insieme alle canzoni precedenti costituisce il nucleo meno veloce e più avvolgente del disco. Ma il meglio di sè i Meters lo danno quando si buttano nel funky piu ritmato come Funky Good Time, Pass The Peas e Jungle Man.
Se proprio si vuole trovare un difetto (per modo di dire) al disco è l’impossibilità, comune ai migliori live, di ricreare in tutto e per tutto l’atmosfera del concerto di cui è la riproduzione.
Ma questa non è colpa di nessuno, tantomeno dei Meters, che più di questo non potevano proprio fare.
Lakeside M. 2022 (Rhythm & Blues, Soul, 1993)
Gianni Sibilla, fonte Out Of Time n. 1, 1993