Del mitico concerto di Paul Simon al Central Park tenutosi il 15 Agosto del ’91 i lettori più attenti dovrebbero ormai sapere tutto. Per i più distratti o per quelli che hanno mancato le recensioni rispettivamente della data italiana (vedi HF 48) o del doppio CD che raccoglie appunto le musiche della storica performance (HF 50) vale la pena segnalare questo straordinario documento visivo che permette a tutti di sognare di essere stati tra i 750.000 (uno più, uno meno) che hanno avuto la fortuna di essere presenti al megaraduno promosso dalla cittadinanza newyorkese.
La HBO, cable TV americana, che ha mandato in diretta le immagini del concerto ha permesso la diffusione di una video-cassetta oggi reperibile anche in Italia.
Il colpo d’occhio è impressionante: un autentico oceano di persone ha gioito, cantato, urlato e si è commossa davanti allo spettacolo che Simon aveva già portato sui palcoscenici di tutto il mondo. Ma, si sa, giocare in casa è sempre un bel vantaggio.
Così, Paul e i suoi accompagnatori, una vera e propria multinazionale sonora, ripercorrono intensamente i momenti più significativi di The Rhythm Of The Saints e Graceland e ripropongono i maggiori hits della quasi trentennale carriera di uno dei più ispirati compositori della musica moderna.
Le riprese sono in molti casi mozzafiato: le panoramiche dall’elicottero, i “close-up” delle diverse camere posizionate sopra e sotto il palco consentono di seguire fin nel minimo dettaglio emozioni e vibrazioni di due ore di grande musica.
Di grande suggestione la performance del gruppo brasiliano Olodum, un ensemble di una decina di tamburi, che accompagna la band nel brano d’apertura del concerto, The Obvious Child. Spettacolari anche le movenze del percussionista Mingo Araujo, del chitarrista sudafricano Ray Phiri e degli ottimi vocalist The Waters sotto gli occhi di un Paul Simon divertito e compiaciuto del grande show che è riuscito a montare.
Un evento indimenticabile, qui documentato con efficacia in una videocassetta superconsigliata a tutti.
Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 51, 1992