La decisione é presa, si va a New York a vedere e sentire Ry Cooder. La tournée è incominciata a Giugno 2015 in lungo e in largo per tutti gli Stati Uniti e non è ancora terminata, ma per ora non sono previste date europee. È quindi il caso di volare a New York e non farsi scappare la ghiotta occasione di vedere nuovamente uno degli artisti migliori, più importanti e influenti della roots-music americana.
Io e il mio caro amico Mario Misomalo di Vicenza si parte il venerdì 13 ed ecco la sera dopo il nostro ingresso in un tempio della musica (rock, sinfonica, jazz, recital, musical) come la Carnegie Hall di New York che presto festeggerà i 125 anni. Madrina degli eventi per questo importante anniversario é Rosanne Cash, la figlia di Johnny Cash, che presenta anche la serata con Ry Cooder, Sharon White e Ricky Skaggs e con loro canterà anche un brano.
Cinque giorni, viaggio compreso, vissuti intensamente con il concerto di Ry Cooder il sabato, la sera dopo Joe Ely (acustico) e una capatina a casa dell’amico Garland Jeffreys che su mia insistenza verrà poi a sentire lo stesso Joe Ely che lui conosce bene e stima moltissimo.
RY COODER
Ryland Peter Cooder nasce il 15 Marzo del 1947 a Santa Monica, Los Angeles, California e ci vive ancora adesso alla bellezza di 68 anni. Certamente è lui il massimo ambasciatore della musica americana, “Ry Cooder, il viaggiatore dei suoni” che é anche il sottotitolo del libro che scrissi (Arcana Editrice) nel 1998 e che inspiegabilmente é ancora l’unico libro al mondo scritto su di lui! Vero e autentico musicologo oltreché virtuoso della chitarra slide (considerato a ragione, il migliore al mondo con Sonny Landreth tra i pretendenti al suo trono).
La sua magnifica carriera e la sua discografia lo vedono assai attivo e impegnato a partire dai Rising Sons con Taj Mahal ancora nel lontano 1965, poi eccolo arrivare con i suoi piccoli capolavori solisti degli anni ’70: Ry Cooder (1970), Into The Purple Valley (1972) con le canzoni dedicate alla Grande Depressione, Boomer’s Story (1972) decisamente blues, Paradise And Lunch (1974) intriso di rhythm and blues e gospel, Chicken Skin Music in cui sconfina nel tex-mex con la fisarmonica in evidenza di Flaco Jimenez e la musica hawaiana del chitarrista Gabby Pahinui, e Show Time (1977) episodio dal vivo.
Nel 1978 l’ennesima svolta con Jazz con canzoni e atmosfere anni ’30, lo stile vocale del Golden Gate Quartet e la chitarra di Joseph Spence, artista e chitarrista delle Bahamas. Nel 1979 Ry Cooder è decisamente influenzato da mille correnti, stili, ritmi di tutto il mondo quando la parola ‘world music’ non è ancora stata inventata! I concerti del 1979 e di quel periodo lo vedono in prima fila con una band stellare in cui spiccano i cori dei tre cantanti di colore Terry Evans, Bobby King e Willie Greene Jr. (gospel rock da brividi) oltre al supporto di Jim Dickinson al pianoforte e Jim Keltner alla batteria. Ry Cooder sposta l’attenzione sul rhythm and blues anni ’50 e inizi ’60.
Altro piccolo capolavoro è Bop Till You Drop del 1979, sempre per la Warner Bros., il primo disco rock inciso con il sistema digitale. Dal 1980 in avanti Ry Cooder diventa il N. 1 delle colonne sonore con The Long Riders (I Cavalieri Dalle Lunghe Ombre) film di Walter Hill. Seguiranno almeno una ventina di soundtrack, colonne sonore primordiali come la celeberrima Paris, Texas (1984). Oltre all’attività di richiestissimo session-man, suona infatti in centinaia di dischi altrui, pubblica dischi a suo nome, segue una certa attività dal vivo, numerose colonne sonore e resta impegnato su vari fronti, alla perenne ricerca di altre musiche e sonorità di mezzo mondo.
Dopo aver suonato con John Hiatt e dare un sostanzioso apporto a Bring The Family (1987) di John Hiatt stesso e formare con lui la breve parentesi dei Little Village (1992), Ry Cooder si dimostra insaziabile, contaminato da musiche lontane, dagli arcaici bluesmen americani anni ’20 e ’30, il rhythm and blues, il gospel, il calypso, il tex-mex, il conjunto, il country, la musica irlandese dei Chieftains con cui collabora per l’album San Patricio del 2010, la musica hawaiana, i ritmi africani, l’India, Cuba, ecc, ecc.
Suona spesso dal vivo e su dischi (a partire dagli anni 70) con un altro mostro sacro della chitarra, David Lindley, formando la coppia perfetta (1991, 1994 e 1995). Poi l’alchimia si rompe e i due vanno ognuno per la propria strada. Ry Cooder ha vinto 6 Grammy Awards oltre a numerose onorificenze (‘honorary doctorate’ in Canada e in California rispettivamente nel 2000 e 2001).
Ry Cooder: Grammy Awards
Come produttore di Pecos Bill nel 1988 (Best recording for Children, musica per bambini), A Meeting By The River inciso con Pt. Vishwa Mohan Bhatt (Best world music album, musica indiana), Talking Timbuktu inciso con Ali Farka Touré (Best world music album, musica del Mali), Buena Vista Social Club del 1997 (Best Tropical Latin Performance, musica cubana), Mambo Sinuendo inciso nel 2003 con il chitarrista Manuel Galban (Best Pop lnstrumental Album, musica strumentale in duo con il chitarrista cubano Manul Galban e atmosfere cubane anni ’50), come produttore di Buenos Hermanos di Ibrahim Ferrer (Best Traditional Tropical Latin Album).
RICKY SKAGGS
Ricky Lee Skaggs, cantante, musicista, polistrumentista, bluegrass star, compositore e produttore discografico originario di Cordell nella Lawrence County nel Kentucky dove è nato il 18 Luglio 1954 ed è sposato con la chitarrista e cantante Sharon White dal 1981.
Vincitore di 14 Grammy Award.
Suo padre Hobert a 5 anni gli regala un mandolino e suona sul palco con il leggendario Bill Monroe. A 7 anni appare in televisione nel programma di Martha White, un varietà di country music e suona con Lester Flatt e Earl Scruggs. Ricky vorrebbe avere una audizione per una performance al Grand Ole Opry, di risposta gli dicono che è troppo giovane!
La sua carriera professionistica inizia nel 1970, a 16 anni, quando entra nella band di bluegrass di Ralph Stanley. Suona il mandolino, il violino, la chitarra e il banjo.
Consolida la sua fama al fianco di Keith Whitley con cui suona nel 1969 e insieme formano the East Kentucky Mountain Boys. Una sera nel 1970 nel West Virginia vanno ad ascoltare i Clinch Mountain Boys che arrivano al concerto in ritardo e così Ricky Skaggs e Keith Whitley vengono invitati a suonare prima di loro, il risultato è incredibile, suonano brani degli Stanley Brothers e qualcuno dice meglio degli originali! Nel 1971 gli Stanley Brothers stessi invitano Keith Whitley (chitarra) e Ricky Skaggs (al mandolino) a unirsi ed entrare nei Clinch Mountain Boys. Ricky Skaggs ci rimarrà dal 1971 al 1974.
Fa parte dei Country Gentlemen, suona con una propria band i Boone Creek che suonano una sorta di ‘newgrass’ (country e bluegrass moderno) e poi si trasferisce a Los Angeles dove diventa ben presto un membro della Hot Band per almeno due anni, il gruppo di accompagnamento di Emmylou Harris, sostituendo Rodney Crowell nel 1977 (facendo da seconda voce a Emmylou). Scrive gli arrangiamenti per l’album di Emmylou Harris Roses In The Snow nel 1980 e nello stesso disco oltre ad apparire come arrangiatore, armonizza con la sua magnifica voce e suona il violino e il mandolino.
In Roses In The Snow sono presenti numerosi artisti tra cui Johnny Cash, Dolly Parton, Buck White al pianoforte e le sue due figlie Cheryl e Sharon White ai cori (quest’ultima, futura moglie di Rickie Skaggs). Due anni importanti per Ricky Skaggs, lui per Emmylou Harris suona il mandolino, la chitarra, il violino, è arrangiatore, seconda voce nei cori e risulta un vero guru del bluegrass. Emmylou Harris da parte sua lo introduce nel vero business, nel ‘mainstream’ e nel pop facendolo suonare nella sua formazione al fianco di pedal steel, Fender Stratocaster, batteria e la nuova country-rock music e per la prima volta in una band elettrica.
Nel 1980 si trasferisce a Nashville e firma un contratto con la Sony Records, pubblicando il suo album d’esordio da solista Waitin` For The Sun To Shine. L’album gli procura ben quattro singoli di successo e ben due N. 1 nelle classifiche di vendita country. Waitin’ For The Sun To Shine il suo primo disco per la CBS, vende 400.000 copie, un risultato più che lusinghiero. La sua voce tenorile e il gusto musicale di Ricky Skaggs lo confermano tra í migliori artisti country in assoluto.
Ricky Skaggs arruola nella sua band ‘on the road’ Bobby Hicks, ex violinista di Bili Monroe. Dal 1980 in avanti è proprio Ricky Skaggs a influenzare la maggior parte degli altri artisti country, venendo considerato un capostipite. Molti considerano Ricky Skaggs il salvatore della patria per aver riportato il country in auge. Il 4 Agosto del 1981 di seconde nozze, Ricky Skaggs sposa Sharon White, al suo fianco nella vita e nella musica (sia su disco che dal vivo).
Nel 1981 nascono gli Whites con papà Buck White alla chitarra, pianoforte e mandolino, le figlie Cheryl al contrabbasso e voce e Sharon White (voce solista e chitarra). Il trio è ancora attivo dopo 34 anni, nel 2015.
Hanno avuto numerosi riconoscimenti e successi nell’ambito della musica country, bluegrass, traditional e gospel. Hanno vinto con Salt Of The Earth (2008) un Grammy Award. Nel 1982 gli viene chiesto di partecipare al Grand Ole Opry.
Di lì a poco Ricky Skaggs é nelle maggiori classifiche di vendita nazionali di bluegrass e di country con dodici brani che balzano al N. 1, e sei singoli nelle TOP 10 durante gli anni ’80. Negli anni “90 e nel primo decennio del nuovo secolo abbraccia le sue radici bluegrass sperimentando anche nuovi ritmi e sonorità. Suona per diverso tempo con i Kentucky Thunder con cui vince perennemente i suoi Grammy Award nelle categorie del bluegrass e della musica country. Ha collaborato con Bruce Hornsby, Tony Rice, Earl Scruggs, Ry Cooder, Doc Watson, The Whites con la moglie Sharon White, ecc. Ha inciso una quarantina di album.
Polistrumentista unanimemente considerato tra i capostipiti nell’ambito del bluegrass e del country. Ricky Skaggs è dotato di una bellissima voce tenorile e vocalizza spesso con armonie acute e di frequente con la moglie e con gli altri elementi della sua band. Dal 1997 ha fondato la sua etichetta discografica, la Skaggs Family Records.
La sua immensa discografia è quindi contrassegnata da alcune piccole gemme: l’album Sweet Temptation per la Sugar Hill Records nel 1979, cover di brani country e bluegrass di Carter Stanley, Bill Monroe, Lester Flatt, Dolly Parton e la band che lo accompagna include Tony Rice, Jerry Douglas, Emmylou Harris, Tony Brown e Albert Lee.
Del 1981 è invece Waitin` For The Sun To Shine (Epic) mentre Highways & Heartaches è dell’anno seguente, il 1982, sempre per la Epic con brani come Heartbroke di Guy Clark, Larry Cordle, Skake Russell, ecc. Bluegrass Rules! è il suo disco per la Rounder /Skaggs Family del 1997 con una sferzata decisamente al bluegrass, mentre di Ricky Skaggs si consiglia anche un doppio CD Country Gentleman: The Best Of Ricky Skaggs (Epic/Legacy) con i suoi brani migliori del periodo dal 1981 al 1991.
Il 22 Giugno del 2000 è sul palco ad Antioch, Tennessee con i Phish, la celebre jam band del Vermont suonando il mandolino. Nel Settembre del 2007 Ricky Skaggs pubblica un album con la Whites Family intitolato Salt Of The Earth (Buck White, Cheryl White e sua moglie Sharon White) pubblicato dalla sua etichetta discografica Skaggs Family Records, una sorta di album gospel.
Nello stesso anno, nel 2007, Ricky Skaggs e Bruce Hornsby realizzano un album assieme. Nel 2013 pubblicano un secondo album assieme Cluck O’ Hen per la Sony/Legacy dopo aver suonato dal vivo numerose date. Nel 2008 registra una versione bluegrass di Old Enough del gruppo The Raconterurs con Ashley Moore e i Raconteurs. Nel brano suona il mandolino al fianco di Jack White, Brendan Benson e Ashley Moore.
Tra il 1983 e il 2009 ha vinto 14 Grammy Award in qualità, svariate volte, di Best Country lnstrumental Performance, come Best Bluegrass Album, Best Southem Country or Bluegrass Gospel album (nel 2008), ecc. Ha vinto 11 International Bluegrass Music Association Awards, 9 Academy of Country Music Awards e 8 Country Music Association Awards (CMA) incluso il titolo di Entertainer of the year.
Ricky è un autentico e vero pioniere del bluegrass e del country e del gospel/bluegrass.
Nel 2015 Ricky Skaggs lo ritroviamo ora sul palco al fianco della moglie Sharon White (sono sposati da 34 anni) e con papà Buck White (84 enne), l’altra sorella Cheryl White e come valore aggiunto l’amico Ry Cooder che con la sua bravura e il suo carisma in parte ruba la scena agli altri compagni d’avventura.
Ry Cooder, Sharon White e Ricky Skaggs al Zankel Hall
Circa 800 persone in una sala, la Zankel Hall, il ridotto della Carnegie Hall, gremita e ‘sold out’ (tutto esaurito) per le grandi occasioni. La formazione è di tutto rispetto. Ricky Skaggs alla chitarra, violino, mandolino e voce solista in alcuni brani, la moglie Sharon White alla chitarra e voce solista, Ry Cooder alla chitarra, voce e banjo, il musicista di Nashville Mark Fain al contrabbasso, il figlio di Ry Cooder, Joachim Cooder, alla batteria, Buck White (84 enne) al pianoforte (padre di Sharon White sulla breccia come The Whites per diversi decenni nell’ambito della musica country, bluegrass, gospel) e alcune ospiti tra cui l’altra figlia di Buck White, Cheryl, che armonizza in alcuni brani e Rosanne Cash che fa gli onori di casa e canta meravigliosamente un brano con questa band supersonica.
Ecco la SET LIST della serata con alcuni dettagli degli autori e dei diversi interpreti principali o di chi ha inciso per primo i vari brani.
The Family Who Prays: è un brano del 1958 dei Louvin Brothers, il duo formato dai fratelli Ira Lonnie Loudermilk e Charlie Elzer Loudermilk. La versione di Ry Cooder, Ricky Skaggs e soci è una piacevolissima cover del brano secondo la loro versione.
Take Me In A Lifeboat (Take Me To Your Lifeboat): è stata scritta da Frank Southern, é soprattutto conosciuta nella versione di Earl Scruggs e Lester Flatted e appare nell’album di Flatt & Scuggs intitolato Songs Of Glory dei 1960.
Sweet Temptation: è stata composta da Merle Travis e Cliffie Stone. Nel corso degli anni era già stata interpretata da Ricky Skaggs e Emmylou Harris nell’album di Skaggs del 1979 edito dalla Sugar Hill Records. Ricky Skaggs e Ry Cooder si rifanno soprattutto alla versione di Merle Travis.
A Mansion On The Hill: gli autori sono Fred Rose e Hank Williams. Fu incisa e portata al successo nel Dicembre del 1948 da Hank Williams che la registrò a Nashville. Il singolo di country-blues arrivò nelle primissime posizioni di vendita nelle classifiche americane e più precisamente al 12° posto dei 45 giri country.
Cold Jordan: un gospel composto da Fred Rich, un misconosciuto songwriter della Georgia nel 1954. È intitolata Cold Jordan o semplicemente Jordan oppure Better Take Jesus Hand. È ritenuta un traditional ma si conosce la versione degli Stanley Brothers con i Clinch Mountain Boys per una musica definita appropriatamente gospel-hillbilly-bluegrass. Nel 1960 è apparsa nell’album degli Stanley Brothers dal titolo For The Good People-Sacred Songs, lo stesso ellepì in cui compare Over In The Glory Land. Nel 1969 e 1970 con il titolo di Jordan veniva suonata e cantata dal vivo anche dai Grateful Dead.
Where The Soul Of Man Never Dies: un brano prettamente bluegrass scritto da Tony Rice e Ricky Skaggs e incisa nell’album di Skaggs and Rice del 1980 per la Sugar Hill Records. Un brano che si potrebbe definire ‘bluegrass gospel’.
Hold What You Got ( Hold Watcha Got): l’autore, Jimmy Martin, è stato un importante musicista originario del Tennessee. Ha fatto parte della band di Bill Monroe per qualche tempo ed è stato soprannominato ‘The King of Bluegrass’. Il suo brano Hold Gotcha Got appare nel suo album intitolato Good’n Country inciso con The Sunny Mountain Boys, edito dalla Decca Records nel 1960.
(Now And Then There’s) A Fool Such As l: è una canzone scritta da William Marvin detto Bill Trader. Fu incisa per primo da Hank Snow nel 1952 e portata al successo l’anno successivo, entrando al quarto posto nelle classifiche americane di country. Del brano si conoscono numerose cover tra cui la versione di Jo Stafford del 1953 e, in seguito, di Elvis Presley nel 1958, arrivata nella sua versione al N. 1 delle classifiche di vendita in Inghilterra e al N.2 in quelle americane, di Petula Clark nel 1960 in una versione in francese intitolata Prends Mon Amour e di Bob Dylan incisa durante le sessioni di The Basement Tapes nel 1967 e nel 1969. Nel 1990 il trio country del New Jersey, Baille & The Boys l’hanno incisa entrando al N. 5 delle classifiche americane e intitolata semplicemente Fool I Such As I.
Gone Home: una canzone scritta da Jumpin Bill Carlisle (1908-2003), di Wakefield, Kentucky. Fu scritta da Bill Carlisle e ispirata dalla morte del nonno. Un inno, un gospel meraviglioso, un brano che venne inciso da Bill Carlisle nel 1955 e in seguito cantato anche dal Hee Haw Gospel Quartet e successivamente inciso da Lester Flatt e Earl Scruggs. La versione che resta nella storia è quella dell’autore che ha cantato e suonato musica country per tutta la sua vita, per circa 70 anni. Nel 1998, a 90 anni compiuti, Bill Carlisle ha cantato Gone Home nella Country Family Reunion Gospel Series con Buck White e le figlie Sharon White e Cheryl White. Ricky Skaggs l’ha incisa nel suo album Soldier Of The Cross (1999). Flatt & Scruggs, invece, l’hanno incisa come singolo per la prima volta nel 1955 per la Columbia Records. Lester Flatt alla chitarra e Earl Scuggs al banjo rappresentano l’essenza del country e della musica bluegrass. Lester Flatt & Earl Scruggs and the Foggy Mountain Boys sono molto probabilmente, tolto Bill Monroe, la band bluegrass più famosa di tutti i tempi. Ricky Skaggs l’ha pescata dai suoi preferiti in assoluto, due autentiche leggende come Flatt & Scruggs che nel 1948 lasciarono entrambi il gruppo di Bill Monroe in cui militavano per fondare un proprio sodalizio che rispondeva al nome Lester Flatt, Earl Scruggs And The Foggy Mountain Boys o, più semplicemente, chiamati The Foggy Mountain Boys.
Tennessee Waltz: è uno standard della musica country, il testo è scritto da Redd Stewart, la musica da Pee Wee King. Scritta nel 1946 e incisa per la prima volta con successo da Patti Page nel 1948 e pubblicata come singolo nell’Ottobre del 1950 per la Mercury Records.
Les Paul e Mary Ford (marito e moglie) pubblicarono il brano come singolo nel dicembre 1950 per la Capitol Records. Si conoscono numerose versioni tra cui: Jo Stafford, la cantante californiana che la incise nel Gennaio del 1951 pubblicandola come singolo per la Columbia Records; il trio The Fontane Sisters del New Jersey sempre nel gennaio 1951 per la RCA Victor; Billy Jo Spears; Connie Francis nel 1959; Jerry Fuller nel 1959 per la Challenge Records; Bobby Comstock & The Counts nell’Ottobre del 1959 la incisero per la Blaze Records con successo e in versione rockabilly; Kitty Wells nel 1960; Pat Boone nel 1962; Damita Jo nel 1962; Sam Cooke nel 1964; Alma Cogan nel 1964 (N. 1 in Svezia e nei Top 20 in Danimarca); Al Hirt nel 1965; Elvis Presley nel 1966; Otis Redding accompagnato da Booker T. And The Mg’s nel 1966 in versione rhythym and blues; Lenny Welch nel 1968 in versione soul; Anne Murray nel 1978 (un grande hit in Canada); Billy Joe Spears conosciuta anche come Billie Jean Moore, la country girl texana nel 1981, Emmylou Harris nel 1981; Leonard Cohen nel 1985; LaVern Baker nel 1993; Tom Jones accompagnato dai Chieftains nel 1995; Eva Cassidy nel 2002 e Norah Jones nel 2002.
Old Home Place: è stata scritta da Mitch Jayne e Dean Webb dei Dillards che la incisero nell’album Back Porch Bluegrass nel 1963 per l’etichetta Elektra. Venne incisa 12 anni dopo dal banjoista J.D. Crowe con il suo gruppo J.D. Crowe & The New South in un album pubblicato dalla Rounder nel 1975, brano d’apertura del long-playing ristampato in CD nel 1992. La band era composta da Jerry Douglas al dobro, J.D. Crowe al banjo, Bobby Slone al basso e violino, Tony Rice alla chitarra e voce solista e non ultimo Ricky Skaggs alla voce tenore, violino, mandolino e viola.
Uno splendido album di progressive bluegrass e country. Ricky Skaggs si rifà naturalmente alla versione originale dei Dillards. Una assai ben nota band di bluegrass con Rodney e Doug Dilllard, Mitch Jayne e Dean Webb originari del Missouri e con la straordinaria aggiunta del violinista ‘extraordinaire’ Byron Berline e di Herb Pedersen che prese il posto in seno al gruppo in sostituzione di Doug Dillard negli anni ’70.
(Halielujah) l’m Ready To Go: è stata scritta da William York e invece incisa da Ricky Skaggs in ben tre album della sua discografia: Country Boy nel 1984, nel suo Soldier Of The Cross pubblicato nel 1999 come Ricky Skaggs and the Kentucky Thunder, e infine in Uncle Pen del 2002. Un motivo country gospel nella miglior tradizione americana.
Making Believe: è un brano country scritto da Jimmy Work nel 1955 e subito portato al successo nella versione di Kitty Wells sempre nel 1955. È una delle canzoni country più conosciute e interpretate di tutti i tempi. È stata incisa da numerosi artisti tra cui: Johnny Cash, Roy Acuff, Ray Charles nel 1962, Dolly Parton nel 1964, Wanda Jackson, Billy Jo Royal, Merle Haggard nel 1977, The Kendalls nel 1977, Bob Dylan nel 1989, Ernest Tubb, Skeeter Davis nel 1973 nel suo album The Hillbilly Singer e con grande successo anche da Emmylou Harris nell’album Luxury Liner pubblicato il 28 Dicembre del 1976 con Ricky Skaggs al violino e mandolino.
Il gruppo punk rock californiano dei Social Distortion l’ha incisa nel 1992 e i Volbeat una band di heavy metal danese con canto in stile rockabilly l’hanno incisa nel loro album Guitar Gangsters & Cadillac del 2008. Alla Carnegie Hall la versione di Ry Cooder, Ricky Skaggs e dell’intera band è stata meravigliosa con l’84 enne Buck White al pianoforte.
Il 4 Febbraio del 2014 è stato pubblicato l’album di debutto The Haden Triplets, una sorta di alternative country delle sorelle Petra, Rachel e Tanya Haden, figlie del compianto e leggendario contrabbassista jazz Charlie Haden. Il disco pubblicato dalla Third Man Records di Jack White contiene una versione di Making Believe, l’album è magnificamente prodotto da Ry Cooder che suona anche chitarra e mandolino, il figlio Joachim Cooder è alla batteria e Ricky Skaggs suona invece in tre brani dello stesso CD. Un disco che per volere e decisione di Cooder è stato inciso nel salotto di casa di Tanya Haden a Los Feliz, un quartiere collinoso di Los Angeles, in una casa costruita agli inizi del 1900 e dall’acustica perfetta e con le tre ragazze tutte intorno a un microfono quasi a ricordare le atmosfere della Carter Family o, in chiave più moderna, le Roches. Ry Cooder e Joachim Cooder avevano già suonato, conosciuto e collaborato con le sorelle Haden nel 2012.
Pan American Boogie: un bellissimo brano dei Delmore Brothers un duo di fratelli formato da Rabon e Alton Delmore originario dell’Alabama in attività dal 1925 al 1952 che ha influenzato con le loro canzoni e le loro armonie tutti gli artisti country e lo stesso Bob Dylan, il loro originale stile armonioso era un mix di blues, boogie-woogie e country, un modello per gli stessi Everly Brothers.
Pan American è stato uno storico treno passeggeri che operava da Louisville nel Kentucky e da Nashville attraverso Cincinnati e sino a New Orleans, Louisiana, e in auge dal 1921 al 1971. Pan American Boogie è una loro canzone, registrata per la prima volta nel 1949 per la King Records con i Delmore Brothers alle voci e l’accompagnamento di una string band.
Ry Cooder per l’occasione ha sfoderato una sua elegante chitarra elettrica vintage dai suoni magici.
I Still Miss Someone: viene cantata da Rosanne Cash che entra in scena come gradita ospite. E’ una splendida cover di un brano di suo padre, Johnny Cash. I Still Miss Someone fu composta da Johnny Cash insieme a suo nipote Roy Cash Jr.. Venne pubblicata ufficialmente nel terzo album in assoluto della immensa discografia di Johnny Cash e intitolato The Fabulous Johnny Cash, il primo per la Columbia dopo il periodo con la Sun Records. Più tardi, nel 1963, pubblicò la canzone anche sull’album Ring Of Fire: The Best Of Johnny Cash. Lo stesso brano venne inciso dal vivo da Johnny Cash il 13 Gennaio 1968 nella prigione di massima sicurezza di Folson in California, l’album è il mitico At Folson Prison.
Cash eseguì I Still Miss Someone in Eat The Document, una sorta di documentario e filmato sul World Tour di Bob Dylan del 1966 e registrò nuovamente questo brano in duetto con Bob Dylan durante le session dell’album Nashville 5kyline nel 1969, ma non venne mai ufficialmente pubblicato. Bob Dylan eseguì una sua versione dal vivo per diverso tempo. Gli Statler Brothers incisero questa meravigliosa canzone, un classico di Johnny Cash, nel loro album Flowers On The Wall nel 1966. I Still Miss Someone, che è un brano da definirsi country, finì nelle classifiche americane con successo anche eseguita da Flatt & Scruggs che ne pubblicarono una versione sul loro album The Versatile Flatt & Scruggs, raggiungendo il 45° posto nel 1965. Nel 1981 Don King raggiunse con la sua cover la 38° posizione nelle classifiche di vendita di Billboard e incisa sull’album Whirlwind, pubblicato dalla Epic Records. Emmylou Harris mandò la sua versione della canzone al 51° posto, pubblicandolo come terzo e ultimo singolo estratto dallo splendido album Bluebird. Infine, nel 2004, Martina McBride pubblicò una sua versione sull’album Timeless come duetto con Dolly Parton, arrivando alla 50° posizione nel 2006.
Wait A Little Longer, Please Jesus: è una canzone conosciuta nella versione dei Louvin’ Brothers, decisamente una canzone religiosa, una gospel song, un pezzo del 1956 pubblicato nel loro album Nearer My God To Thee nel 1957 e poi incisa anche da Buck Owens e scritta da Hazel Houser e Chester Smith che la incisero per primi nel 1954. E’ stata incisa anche da Porter Wagoner. Merle Haggard l’ha invece registrata in un disco in coppia con Bonnie Owens (ex moglie di Buck Owens) nel 1966 nell’album Just Between The Two Of Us.
Sugli autori del brano ci sono però delle discordanze. Esistono versioni di Bill Monroe, Porter Wagoner, Marty Robbins, Buck Owens, Merle Haggard, George Jones con Melba Montgomery, Doyle Lawson, Glenn Cantrell (in puro stile Piedmont) e Daniel O’Connell ma spesso il brano viene attribuito e porta la firma di Shirley Malcolm Sheppard, la quale sostiene di essere veramente lei l’autrice della canzone quando ancora era un ragazza, ma che lo stesso brano le fu rubato. Esistono più di 100 versioni ufficiali di Wait A Little Longer, Please Jesus.
No Doubt About It: un brano scritto da Seth Justman e Peter Wolf della J. Geils Band. Peter Wolf con la magica armonica di Magic Dick e la sua band l’hanno incisa nel loro quinto album della discografia della J. Geils Band, pubblicato nel novembre del 1973 per la Atlantic e intitolato Ladies Invited, decisamente un blues rock coi fiocchi.
È stata registrata da Ricky Skaggs e Sharon White nel loro primo album inciso assieme, dal titolo Hearts Like Ours pubblicato dalla Skaggs Family Records nel settembre del 2014. Nello stesso album Ry Cooder suona la electric slide guitar ma non compare in No Doubt About It. Nella versione di Ricky Skaggs e Sharon White diventa un brano bluegrass. Ricky Skaggs, Sharon White con la loro band di accompagnamento, i Kentucky Thunder, l’hanno eseguita dal vivo il 9 Maggio 2015 al Prairie Home Companion, un live radio variety show che va in onda da oltre 41 anni, e registrato dal Fitzgerald Theater di St. Paul nel Minnesosta, condotto da Garrison Keillor. Un programma di grande successo, ascoltato da circa 4 milioni di ascoltatori ogni settimana.
Esiste anche un film Radio America (titolo italiano) per la regia di Robert Altman del 2006, chiaramente ispirato al Praire Home Companion e uscito negli Stati Uniti con il titolo originale di Prairie Home Companion, con Garrison Keillor nella parte di sé stesso.
Waikin’ In Jerusalem: fu scritta da Mahalia Jackson ed é un gospel conosciuto anche nella versione country-bluegrass-gospel di Bill Monroe. Intitolata Walk In Jerusalem, Walkin` In Jerusalem o Walking In Jerusalem fu pubblicata da Mahalia Jackson come facciata B di un singolo (45 giri) per la Apollo Records nel 1954 e compare anche in un suo album Mahalia Jackson’s Greatest Hits del 1963 per la Columbia Records. Waikin’ In Jerusalem è stata incisa e pubblicata da Ricky Skaggs nel suo album solista Love’s Gonna Get Ya! per la Epic nel 1986.
Over In The Glory Land: fu scritta da William York e Charlie Moore. Resa celebre dal celebre duo degli Stanley Brothers. Carter Stanley alla chitarra e Ralph Stanley al banjo, originari della Virginia, si esibivano anche in quartetto o con i Clinch Mountain Boys. Rimasero in attività dal 1946 al 1966. Un classico del country, uno standard pubblicato nel loro album intitolato For The Good People -Sacred Songs By The Stanley Brothers And The Clinch Mountain Boys per la King records nel 1959, periodo in cui suonavano un magico stile, un suono e poutpourri di country, bluegrass e gospel.
La magica serata si è conclusa con due richiestissimi bis:
You Must Unload: con questo brano Ry Cooder incanta definitivamente il pubblico con un assolo di bouzouki elettrico. Ricky Skaggs lo accompagna al mandolino e i due si scambiano grandi sguardi di reciproca ammirazione e felicità. Cooder canta con la sua voce baritonale, in precedenza, tra un brano e l’altro, lanciava battute a non finire con il pubblico estasiato e compiaciuto. Purtroppo alcune sue freddure sono in uno slang che capisco a fatica, ma il personaggio ha un carisma insuperabile e la serata è magica e perfetta. Qui si fa la storia della musica popolare americana, Ry Cooder ne è un fedele e fiero interprete e uno dei migliori strumentisti al mondo.
Il pezzo risulta scritto da John B. Vaughan (1862-1918), un autore e ‘public publisher’ di canzoni gospel (se ne conoscono almeno 104 di brani da lui composti) che faceva parte ed era membro della Baptiste Tabernacle of Athens. Nato il 16 Giugno 1862 a Med Country in Georgia e deceduto ad Athens, Georgia il 18 Luglio 1918.
Il brano dicevamo s’intitola You Must Unload, una canzone incisa originariamente da Blind Alfred Reed nel 1927! Registrata per la Victor Talking Machine Company il 28 Luglio del 1927 durante le Bristol Sessions (nel Tennessee), in un momento brillante per la Country Music. Folk e gospel da brividi. Blind Alfred Reed (1880-1956) uno dei beniamini di Ry Cooder, di Floyd, Virginia, era cieco dalla nascita suonava il violino e si faceva accompagnare alla chitarra dal figlio Arville.
Reunion In Heaven: di Lester Flatt e Earl Scruggs. Lester Flatt & Earl Scruggs & The Foggy Mountain Boys l’hanno incisa per la Columbia nel 1957 nell’album intitolato Foggy Mountain Jamboree. Nell’ultimo brano in programma, Ry Cooder, Ricky Skaggs e gli altri superano sé stessi per abilità, tecnica, feeling e una performance davvero eccellente.
Rosanne Cash, gradita e illustre ospite, si unisce loro nella agrodolce I Still Miss Someone, una splendida canzone di suo padre Johnny Cash. 21 brani per un repertorio degno della miglior Grand Ole Opry e una serata epica e a dir poco memorabile.
Ultime doverose riflessioni sul Concerto
Trattasi della band di Ricky Skaggs e Sharon White con Ry Cooder come valore aggiunto, un artista quest’ultimo straordinario per tecnica, gusto musicale, bravura e carisma.
Ascoltando e vedendo il concerto della Carnegie Hall é stato come sfogliare una intera enciclopedia in cui appaiono tutti gli elementi, i ritmi, le sonorità, gli stili e le canzoni che hanno reso grande l’antologia della musica tradizionale americana degli ultimi due secoli (canzoni del periodo dai primi del 1900 al 2015). Serata epica in cui ogni strumentista della band ha confermato la bravura, la maestria, il tocco di classe e di finezza, la grande tecnica e la disinvoltura con cui hanno eseguito ciascun brano.
Ricky Skaggs è un artista leggendario, una leggenda della country music che ha percorso felicemente e in modo impeccabile la tradizione della musica roots, ma soprattutto ha saputo arricchire la sua musica pescando nel vastissimo ed epico repertorio di country, gospel e bluegrass con uno spiccato dono di strumentista, polistrumentista e su tutti violino e mandolino e una voce davvero celestiale e acuta. Alla Carnegie Hall, Ricky Skaggs è passato elegantemente dal mandolino al violino, alla chitarra acustica e alla elettrica, una Telecaster rossa.
Sharon White, la moglie di Ricky Skaggs e appartenente alla famiglia canterina dei Whites è cordiale, luminosa, simpatica, brava nel suonare la chitarra e ha il dono di una splendida voce. Sharon White è nata il 17 Dicembre del 1953 ad Abilene, Texas, Stati Uniti. Durante l’esecuzione dei vari brani nella serata della Carnegie Hall, le voci di Ricky Skaggs, Ry Cooder e Sharon White all’unisono, sono risultate superbe e si sono elevate su tutti.
Ricky Skaggs, Sharon White e Ry Cooder ci rimandano a una lezione di storia, a un piacevolissimo viaggio attraverso la storia della musica americana, due ore di performance davvero notevoli per una serata che ricorderò a lungo e che oserei dire per me indimenticabile.
The Best in Americana Music.
Aldo Pedron, fonte Late For The Sky n. 124, 2016