Cornell Hurd Band

“…the honky-tonks in Texas were my natural second home…”
Come molti di voi avranno già notato, questa frase ci rimanda al classico di Waylon Jennings Bob Wills Is Still The King, ma la strofa in questione ben si adatta ad inquadrare i personaggi di turno e propriamente Cornell Hurd e la sua band. Sulla scena musicale da un trentennio abbondante, ma con formazioni quanto mai diverse (andiamo dal duo Hurd-Roeber della preistoria datata 1964 in quel di San Josè, California, passando per gli El Rancho Cowboy del 1971 da Berkley, California, alla Cornell Hurd’s Mondo Hot Pants Orchestra del 1974, fino all’attuale denominazione di Cornell Hurd Band dal 1977 in poi), la compagine per molti versi ricalca le orme di Commander Cody & His Lost Planet Airmen, ma soprattutto degli Asleep At The Wheel. Stesso tipo di musica pulsante e sanguigna, ottima per le dance-hall texane e del sud-ovest USA in generale, dove honky-tonk e western swing la fanno tuttora da padroni, meglio ancora se con l’aggiunta di una spruzzatina di sonorità messicaneggianti.

Il 1977 è l’anno in cui il gruppo si esibisce in Texas per la prima volta, mentre nel 1980 i ragazzi vengono insigniti del Bay Area Music Award per il loro primo album Doing That Unholy Roll su Behemoth. La gavetta comune a tutti e l’amore per la musica western-swing nel 1989 li portano ad Austin, attualmente eletta a loro residenza. Nel 1993 Cornell Hurd viene scelto come Stage Personality of the Year nel referendum indetto dalla rivista Music City Texas. Dal 1975 (data dell’esordio discografico con un EP autoprodotto) ad oggi la discografia del gruppo si snoda su ben tredici uscite, fra EP, LP, cassette e CD. Purtroppo il vinile risulta da tempo irrimediabilmente irreperibile, mentre gli ultimi tre CD possono ancora fare bella mostra di sé nelle collezioni ed è per questo che rivolgeremo a loro la nostra attenzione.

Honky-tonk Mayhem esce nell’aprile del 1994 su etichetta Behemoth. La band conta ora cinque elementi fissi (anche se il termine va un po’ stretto ad un gruppo che tanti aspetti comuni ha con gli Asleep ‘argento vivo’ At The Wheel i quali, in termini di cambi di formazione, hanno da insegnare a tutti); Cornell Hurd alla chitarra e alla voce, Frank X. Roeber al basso, Paul Skelton alla chitarra solista e alla steel, Debra Hurd al piano e alle voci e Terri Kirkendall alla batteria. Ospiti di lusso troviamo Chris O’Connell (ex Asleep At The Wheel) e Floyd Domino al piano (anch’egli assiduo frequentatore delle registrazioni della band di cui sopra). Howard Kalish, ex membro stabile del gruppo e quotato fiddler recentemente collaboratore dei Derailers, presta la sua opera. Nel booklet che accompagna il CD trovano spazio gli apprezzamenti che alcuni dei bei nomi della scena di Austin fanno di Cornell Hurd Band: Bill Kirchen (ex Commander Cody Band), Chris Wall (eccellente songwriter texano), Junior Brown e Ray Benson (leader degli Asleep prezzemolo At The Wheel).

L’album contiene ben 14 pezzi che ci danno già un’ idea molto precisa degli obbiettivi musicali che il gruppo persegue: It’s Just The Whiskey Talkin’, Home To Texas e Honky  Tonk Has Been, sono tipici shuffles texani che ci riportano alla tradizione perpetuata da grandi quali Ernest Tubb, Webb Pierce, Ray Price e Johnny Bush. Non mancano gli episodi più squisitamente boogie, leggi il classico Seven Nights To Rock, My Boogie Woogie Country Girl o Happy Hour In Hell. Il gruppo rende poi omaggio alle sue radici western-swing con riletture di classici quali My Window Faces The South o con l’interpretazione di brani originali tipo A Little Travelin’ Music, Please o il killer di Put Your Make-up On (wow!). Menzione speciale per un altro brano scritto da Cornell Hurd, indiscusso leader del gruppo: I Cry, Then I Drink, Then I Cry. Si tratta di un completo esercizio di Texas songwriting, con i classici in mente, la tradizione nel cuore e la voglia di perpetuarla in futuro ben chiara nei progetti di questa band. Il brano sarà poi compreso nella corroborante compilation Austin Country Nights che Watermelon Records farà uscire l’anno seguente.

Tanto deve essere stato l’interesse suscitato dall’album Honky-tonk Mayhem che, a soli due mesi dal precedente, la Behemoth pubblica un CD dal vivo intitolato (senza grandi sforzi di fantasia) Live! At The Broken Spoke, registrato il 9 novembre 1993 nel tempio del Texas honky-tonk, il famoso Broken Spoke del benemerito James M. White ubicato fuori Austin. La musica in questione a fatica riesce a starsene chiusa all’interno della scatoletta di plastica che contiene il CD, tanta è la voglia di esplodere, di coinvolgere l’ascoltatore riuscendo a ricreare quell’atmosfera frizzante e scanzonata, tipica del locale.

Ritroviamo qui alcuni classici della tradizione texana quali Bubbles In My Beer a firma Cindy Walker, Tommy Duncan e Bob Wills, Each Night At Nine di Floyd Tillman, Time Changes Everything e South Of The Border, entrambe con l’eccellente Floyd Domino al piano, senza dimenticare Motel Time Again di Bobby Bare e Paralyzed, scritta e registrata da Elvis Presley. You Played On My Piano e I Like ’em Fat Like That di Lous Jordan rappresentano un paio di esempi della validità di Debra Hurd al piano. I Bought The Shoes That Just Walked Out On Me e Fools Like Me riprendono il filone degli shuffles texani: grandi! Ancora non abbiamo citato il brano originale a firma dello stesso Cornell Hurd A Picture Of Me Before I Loved You, che resta fra le cose più trascinanti registrate dal gruppo. Grande feeling, grande partecipazione e grande musica per la band che, all’epoca, annovera ancora come membri stabili Howard Kalish, Dan Nyyonug (sì, non è un errore di battitura) e Floyd Domino.

Già dal dicembre 1995 avevamo avuto notizia dal gruppo del nuovo CD in cantiere e previsto in uscita per la metà del 1996 ed è quindi con immenso piacere che ci apprestiamo ad analizzare insieme questo nuovo progetto intitolato pretenziosamente Cool And Unusual Punishment che vede la luce sempre per la solita Behemoth Records. Diciamo subito che si tratta di una serie di ben diciotto (!) brani che rappresentano senza dubbio la prova migliore della band a tutt’ oggi, anche a detta degli interessati. Per l’occasione hanno voluto garantire la loro presenza grandi nomi/amici del Texas country: Johnny Bush (che compare in duetto in ben quattro brani), Chris O’Connell (in duetto con Cornell Hurd per I’m Tired Of Wanting Something I Can’t Have). Lucky Oceans (apprezzatissimo steel guitarist della prima formazione degli Asleep At The Wheel) ed un altro grande della chitarra steel: Tom Morrell, fondatore e foraggiatore della compagine dei Time-Warp Tophands.

Non dimentichiamo poi la presenza di Brian Hofeldt, nome di punta dei Derailers, alle harmony vocals. Il titolo dei brano di apertura è già tutto un programma di per sé: I Don’t Care What It Is That You Did In Fort Worth (non m’importa cos’era che facevi quando vivevi a Fort Worth). La perfetta honky-tonk declaration of love a tempo di shuffle. C’è già di che leccarsi i baffi e siamo solo al brano di apertura! Seven Cups Of Coffee, Fourteen Cigarettes (grande titolo) non sposta di un millimetro quanto il brano di apertura aveva stabilito: Cornell Hurd si conferma come ‘one of the top songwriters in today’s Texas honky-tonk’ e noi siamo sempre più grati alla coraggiosa Behemonth Records per l’incrollabile fiducia accordata alla band nel corso degli anni. Un altro grande titolo Cornell Hurd lo ha escogitato per Your Ex-husband Sent Me Flowers ‘cause He Feels Sorry For Me, (“il tuo ex-marito mi ha mandato dei fiori perché gli dispiace per me”), come dire “Mi dispiace per te che tu abbia sposato la mia exmoglie”!

Un paio di grandi classici della tradizione western-swing con Crazy ‘cause I Love You di Spade Cooley, the king of West Coast Western Swing e Drivin’ Nails In My Coffin, a firma Jerry Irby e che risulta fra le cose migliori di questo eccellente prodotto. Il duetto con Johnny Bush, lo zampettante ritmo della batteria contrappuntato dalla steel guitar di Lucky Oceans, la solista elettrica di Paul Skelton, il piano di Floyd Domino ed ancora la steel di Tom Morroll ne fanno un capolavoro del genere. Gli shuffles si susseguono ad intriganti honky-tonks, mentre le ritmiche tipiche del western-swing sono appena dietro l’angolo. Che dire poi di The Devil’s Disciple scritte da Johnny Bush, che la esegue con un duetto con Cornell Hurd? She’ll Alwalys Love Me è impreziosita da una chitarra acustica solista che molto deve alla tradizione messicana, per finire lo shuffle di Big Old Heartache, scritto dal grande Harlan Howard, sugli scudi. E non è tutto, non abbiamo parlato ancora di…no, scopritelo da soli contattando la Behemoth Records. Siamo certi che sarete soddisfatti!

Discografia (EP, cassettes, 45, LP, CD):
-Aprile 1975 – Here Come The Clones, El Rauncho Records (4 songs EP)
-Aprile 1975 Village Of The Durned, El Rauncho Records (4 songs EP)
-Settembre 1976 – Texas Behemoth B/W Platinum Blondes, El Rauncho Records (45 single)
-Luglio 1977 – Under My Thumb B/W Is There A Lover In The House, El Rauncho Records (45 single)
-Ottobre 1978 – Another Rock‘n’roll Stage Plank, EI Rauncho Records (4 songs EP)
-Marzo 1980 – Doing That Unroly Roll, Behemoth  Records (12 songs LP)
-Gennaio 1983 – I’d Do It All Over Again”, RPM Records (Sampler LP)
-Marzo 1985 – Plan Nine From San Josè, Behemoth Records (10 songs tape)
-Aprile 1989 – Fever In The South, Behemoth Records (12 songs LP)
-Maggio 1989 – Honky-tonk Mayhem, Behemoth Records (12 songs tape)
-Aprile 1994 – Honky-tonk Mayhem, Behemoth Records (14 songs CD)
-Giugno 1994 – Live! At The Broken Spoke, Behemoth Records (16 songs CD)
-Settembre 1995 – I Cry, Then I Drink, Then I Cry, Watermelon Records (Sampler CD)
-Marzo 1996 – Cool And Unusual Punishment, Behemoth Records (18 songs CD)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 35, 1996

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