Chuck Carbo – Drawers Trouble cover album

I fans del r & b, ed in particolare gli appassionati del New Orleans-sound, vivono un momento magico. I grandi sono quasi tutti in ottima forma e vengono, con sempre maggior frequenza, riproposti nomi che credevamo persi o dimenticati. E’ il caso di Chuck Garbo, cantante della Louisiana che ha conosciuto una certa fama dalla fine degli anni 50 alla prima metà dei 60 grazie alla bella voce da baritono naturale coltivata per anni in formazioni gospel.
Con gli Spiders prima e come solo-artist poi conosce anche un certo successo commerciale registrando per Imperial, Ace e Rex con la produzione di Mac Rebennack.
Dopo anni di semi-anonimato, i suoi demo finiscono nelle mani di Harold Batiste e Ron Levy che, trovando la sua voce ancora attuale e coinvolgente, decidono di aiutarlo. Alla realizzazione del progetto viene chiamato il pianista-arrangiatore Edward Frank e Dr. John. Il ‘dottore’, da sempre fan di Carbo, non solo scrive per luí molti pezzi di Drawers Trouble, compresa la title-track, ma partecipa alla registrazione delle session contribuendo a nobilitare il già ricco cast di musicisti.

Grazie ad aluni brani dello stesso Carbo, ed ai contributi di Dr. John e Jeanne & Doc Cheatham come autori, più originali covers di vecchi brani come After Tears e la bella Take Off That Dress di Ray Charles, Drawers Trouble, che nel gergo di New Orleans è sinonimo di ‘woman trouble’, si rivela qualcosa di più di un soul album targato New Orleans.
Chuck si trova a suo agio nel ruolo di soul-singer, capace di dispensare emozioni ma anche segni di gran classe vocale tanto nelle ballads che nei brani più ritmati. Gli arrangiamenti gli sono stati confezionati su misura per esaltare una voce non possente ma vigorosa, duttile ed espressiva, in grado di lasciare il segno senza imitare nessuno.
Grazie anche allo stile e alla classe di Carbo, questo lavoro varca i confini del Louisiana-soul per assumere significati e valori più dilatati. Una voce da (ri)scoprire.

Rounder CD 2123 (Rhythm & Blues, 1993)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 1, 1993

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